I ricercatori identificano la firma dell’espressione genica che predice la progressione del diabete di tipo 1
I ricercatori del Turku Bioscience Center e dell’InFLAMES Flagship dell’Università di Turku in Finlandia, hanno identificato una firma di espressione genica in grado di predire la progressione del diabete di tipo 1.
Lo studio condotto dalla professoressa Laura Elo e dalla professoressa Riitta Lahesmaa mirava a identificare i cambiamenti trascrizionali associati alla progressione della malattia nei pazienti con diabete di tipo 1 di recente insorgenza.
I ricercatori hanno analizzato i campioni di sangue raccolti nell’ambito della partnership globale INNODIA. È stato scoperto che una certa firma di espressione genica è associata a una rapida progressione della malattia.
“Un vantaggio di tale firma predittiva sarebbe la capacità di intervenire prima nel processo patologico. Questo potrebbe aiutare a rallentare la progressione della malattia e potenzialmente prevenire o ritardare l’insorgenza dei sintomi. Un altro vantaggio sarebbe un migliore monitoraggio della progressione della malattia, che consentirebbe piani di trattamento più personalizzati e risultati migliori per i pazienti», spiegano Elo e Lahesmaa.
Il diabete di tipo 1 è una malattia autoimmune complessa in cui le cellule beta produttrici di insulina nel pancreas vengono distrutte. La progressione della malattia varia da individuo a individuo e attualmente non è possibile prevedere gli esiti individuali.
I pazienti sono coinvolti in INNODIA
INNODIA è una partnership globale tra 31 istituzioni accademiche, sei partner industriali, una piccola impresa e due organizzazioni di pazienti. Il loro obiettivo comune è combattere il diabete di tipo 1.
INNODIA esamina campioni e dati di pazienti con nuova diagnosi di diabete di tipo 1 e parenti di primo grado non affetti in tutta Europa. Il progetto si svolge nell’ambito dell’iniziativa in materia di medicinali innovativi dell’Unione europea – Impresa comune (IMI-JU) con una governance dedicata.
“È importante sottolineare che INNODIA è strettamente guidata dai pazienti stessi, attraverso il Comitato consultivo dei pazienti, composto da un gruppo di pazienti con diabete di tipo 1 e genitori. Forniscono un feedback continuo sul concetto di INNODIA e sullo sviluppo di protocolli e sono fondamentali per diffondere gli obiettivi del progetto al pubblico” racconta Riitta Lahesmaa.
Lahesmaa afferma che grazie alla ricerca INNODIA, la comunità scientifica sarà in grado di comprendere meglio la relazione tra i cambiamenti nella funzione delle cellule beta, i profili immunitari, i fattori genetici e ambientali e il loro ruolo nell’insorgenza della malattia.