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Al galoppo o di corsa comunque e sempre la filosofia del bravo e salutista diabetico, come di ogni persona che ha a cuore la propria forma e prestanza fisica, è di muoversi fare attività fisica e consumare energie per mantenere l’equilibrio sia in rapporto a quanto si consuma con il cibo che per tenere il controllo della glicemia. Ma c’è anche un altro tipo di consumo che ci fa bene e si tratta del cibo dato alla nostra mente, gli stimoli intellettuali ricevuti e dati, la voglia sempre di imparare, conoscere per migliorarci e far star bene noi, gli altri. Da qui perciò è altresì importante riuscire a mantenere una sana dose d’equilibrio nella forma sia mentale che fisica della vita e non restare soli a menarcela e raccontarcela.

La vita ha un lato chiaro ed uno oscuro, raggiungere l’armonia non è da tutti questo si sa, alcuni spesso restano ostaggio o desiderano restare sul tetro al contrario d’altri propensi ad abbronzarsi di luce e positività, per entrambi ci possono essere alla lunga dei problemi o di scottature o assideramento ammuffimento a seconda del dove si sta. Ma tornando a noi, all’essere diabetico nella sua accezione moderna e attuale come si potrebbe definire un diabetico di tipo 1, un che se non lo è lo sarà e un veterano di vita con la malattia?

La parola, il verbo che ci definisce, ritengo sia: errante. Ecco noi siamo volenti o nolenti diabetici erranti, chi meglio di noi incarna l’essenza vitale ed energica, ma anche sofferta e problematica contenuta all’interno dell’antico termine? Solo noi. Siamo fatti di quella materia grigia e fibrosa, muscolare che ci porta a camminare, spostarci, correre per dovere e piacere sia come moto a luogo che forma del pensiero. Errare ci porta ad andare non solo a zonzo, ma anche a fallire, sbagliare nei ripetuti tentativi fatti per escogitare un qualcosa, una soluzione, per stare bene e livellare zucchero nel sangue e in tutto quello che ci sta attorno.

Ma se perdiamo il controllo mentale, la concentrazione positiva delle cose e della vita la conseguenza finale porta a perderci tra le nuvole e nelle nebbie, senza venirne più fuori; ecco allora la sottile ma importante distinzione tra eccezione e regola. Trasgredire ogni tanto male non fa ed è un ottimo aiuto contro lo stress, ma se diventa una abitudine, un modo di vivere allora no, tutto porta a peggiorare la nostra condizione fino ad arrivare a livelli ma più recuperabili per la nostra salute.

Senza mai essere maniacali ritengo sia importante trovare momenti, di tanto in tanto, per fare il punto della situazione e capire dove stiamo andando: ritagliarci anche piccoli spazi dove concentrarci un poco e fare un bilancio di percorso sempre nell’ottica positiva di guardare avanti oltre alla malattia perché la stessa è un aspetto, una parte, la vita è ciò che conta per noi.

Errare, sbagliare è nell’ordine naturale delle cose, della vita lo sappiamo e la fallibilità parte di ogni creatura vivente ogni elemento animato e inanimato: all’interno di tutto questo però dobbiamo sapere un fatto di vitale importanza: non siamo soli.