In quest’anno che vado a compiere il 47 di età rimembro l’affermazione del cardiologo che, nel corso di una visita da me sostenuta tempo addietro ebbe a dire: il cuore di una diabetico, se non ben controllato, ha un gap anagrafico di quindici anni superiore alla propria epoca (peraltro già letta su riviste specialistiche e in rete). Al di là della lapidaria considerazione medico-scientifica cosa resta al diabetico da fare, per restare fiducioso e speranzoso di poter campare dignitosamente? Senz’altro, oltre al ripetuto autocontrollo della glicemia, della pressione arteriosa, del proprio stile di vita, insomma del diabete nel suo complesso; occorre una maggiore fiducia in noi stessi, ma anche nei professionisti sanitari con cui ci rapportiamo; l’affermazione può apparire banale, scontata, ma il più delle volte siamo individui erranti nel cercare la persona “giusta”, ma questo girovagare per ambulatori il più delle volte lascia le cose come sono.