corda

I desideri sono parte fondamentale nella vita dell’uomo, ma se esageriamo possono trasformarsi in tormenti, incubi; è appena finita, per il momento, l’epoca delle utopie ideologiche ma una nuova la stiamo già vivendo: quella della salute a 360°; almeno questo emerge con chiarezza e vigore dalla società in tutte le sue forme espressa (media, organizzazioni, vita di tutti i giorni). Il diabete fa parte di questo contesto salutistico. Con tutto questo mercimonio di parole e promesse, di matassa informativa, diventa sempre più duro e difficile cercare di capirci qualcosa. A questo punto la cosa importante diventa saper distinguere il miraggio dalla realtà terapeutica, il falso dal vero; siccome il diabete, nelle sue varie tipologie, è un fenomeno epidemiologico in continua espansione, diventa naturale di pari passo alla sua crescita l’incremento contiguo di parassiti e saprofiti che si nutrono del suo circondario. Va bene l’ottimismo, la forza di volontà come fattore di energia per andare e guardare avanti, ma ritengo che tutto questo debba essere accompagnato da un sano realismo per non cadere vittima di ciarlatani vecchi e nuovi, di utopie e visioni messianico – miracolistiche che ti vanno a propinare una cura “risolutiva” per i tuoi mali. E facendo queste considerazioni mi rivolgo non solo ai millantatori, ai ciarlatani, truffatori e mitomani di sorta; ma anche a certi medici visti nel corso della mia vita con il diabete, di dubbia professionalità; e queste riflessioni non sono pregiudiziali ma vengono rese a consuntivo di un’esperienza metabolizzata che desidero socializzare.