L’impiego del sensore glicemico combinato con il microinfusore mi sta aiutando a capire bene le dinamiche quotidiane del diabete: in 46 anni passati con questa malattia non mi hanno mai fatto un holter per orientare al meglio la distribuzione dell’insulina nell’arco della giornata. Nelle 24 ore il punto di ascesa della glicemia parte dalle ore 23 fino al risveglio: ovvero il classico effetto alba; ma la cosa non si ripete sempre, costantemente; gli episodi sono legati alla calibrazione del valore di bolo, iniezione d’insulina predisposta per la cena in funzione della riuscita o meno del calcolo dei carboidrati ed al contestuale aggiustamento dell’insulina basale (lantus e aggiustamento del micro ora). Un esempio del vantaggio nell’impiego del microinfusore è rappresentato, oltre che dall’erogazione continua d’insulina, dalla modulazione e rimodulazione del bolo basale d’insulina, ovvero la quantità erogata dell’ormone continuamente tra un pasto e l’altro; ciò è fondamentale per dare una risposta adeguata ai possibili svarioni della glicemia e in questo contesto è altresì importante capire quanta energia consumo in teermine di calorie per meglio adeguare l’apporto di unità da infondere.

Nell’attuale congiuntura il mio schema di erogazione basale d’insulina vede questa articolazione

Ore Unità
00/4.00 0.4
4.00/7.00 0.7
7.00/15.00 0.5
15.00/19.00 0.4
19.00/21.00 0.6
21.00/24.00 1.0
Totale basale 13.5

Per quanto riguarda il bolo a pasto (colazione, pranzo e cena) le unità standard sono 4, ma naturalmente la correzzione avviene in relazione al calcolo dei carboidrati intrecciato con il valore conseguente della glicemia fatto prima dell’alimentazione giornaliera. Nel suo insieme il totale d’insulina infusa va da un massimo di 28 unità ad un minimo di 25; molto meno rispetto alle somme erogate con la penna o siringa (una differenza di max – 12 min -3). Molto meglio!