Il diabete è un pò come il carciofo, non controllato, con un comportamento noncurante e disordinato foglia dopo foglia porta a far nascere altre patologie: una vasto elenco di complicanze come effetto del disinteresse verso il signor D. A un certo punto per alcuni diabetici colpiti volta per volta, o a grappolo, da diverse malattie associate all’universo diabete cominciano a rappresentarsi diverse reazioni: l’una negativa porta ancora a trascurarsi fino alle estreme conseguenze; l’altra quella di riprendere il controllo della situazione prima di uscire dalla retta strada e infine l’ultima di coloro che, dopo aver preso tante botte, non solo si tengono controllati, ma lo fanno in modo maniacale e a qualsiasi sintomo vanno a farsi visitare, esaminare quasi a ciclo continuo.

L’ipocondria è un disturbo fobico-ossessivo tipico dei nostri tempi e della nostra società occidentale post-moderna, dove l’eccesso di controllo, in questo caso sulla propria salute fisica, spesso porta alla percezione di perdita di controllo. In sostanza, il soggetto cosiddetto ipocondriaco vive in uno stato di costante preoccupazione per la propria salute, perennemente all’ascolto del proprio corpo in cerca di segnali, che possano permettergli di prevenire l’insorgenza di malattie gravi.

Può sembrare paradossale che un diabetico, o comunque un sofferente di patologie croniche possa essere ipocondriaco, ma così non è. La genesi di una manifestazione fobica del genere è determinata fondamentalmente dall’eccesso di stress emotivo provocato dall’ingorgo di molteplici patologie e conseguenti esami, visite. Certo di paure ve ne sono tante altre, ma in un’epoca dominata dalle angosce dobbiamo avere coraggio e guardare avanti. Non avere paura.