Due settimane fa si è tenuta la sessione speciale delle Nazioni Unite sulla salute al Palazzo di Vetro a New York (USA), sotto l’indifferenza generale dell’opinione pubblica e canali infornativi, e infatti io stesso rendo noto l’evento a quattordici giorni di distanza (sic!).

Molti penseranno che la stragrande maggioranza delle cause di decesso è provocata da malattie come: l’AIDS, la tubercolosi o la malaria, sbagliato! In realtà le principali cause di dipartita sono provocate da  malattie non trasmissibili, come i tumori, diabete, malattie cardiache  malattie polmonari. Il costo è di miliardi di euro per i governi di tutto il pianeta con spese sanitarie sempre maggiori e perdita di produttività nei sistemi economici.

A giustificazione della mancanza di attenzione da parte dei media c’è da evidenziare il risultato concreto, nei fatti, di questo incontro mondiale: tante parole e nessuna azione effettiva, un poco come il piano sanitario italiano per il biennio 2012-13.
Le malattie non trasmissibili hanno un costo globale a livello mondiale pari a 47.000 miliardi dollari entro il 2030!  Ma la mediazione finale è stata quella di riuscire a scucire il solito impegno politico di massima e poi se ne riparlerà chissà quando.
Ann Keeling, direttore generale dell’Internationale Diabetes Federation, presente alla sessione, a messo in luce la lentezza con cui i governi vanno a stabilire le loro posizioni politiche non tanto per una logica di compromesso a tutti i costi, ma semplicemente perché sembra chiaro non sanno quali pesci pigliare, e l’esempio tratto dal diabete emerge sopra gli altri proprio in ragione del fatto che la situazione sta sfuggendo di mano e le proiezioni statistiche future abbinate ad altri fattori di riferimento, non lasciano spazio alla positività nel medio termine.
Anche se una dichiarazione approvata dal vertice delle Nazioni Unite ha messo come priorità strategica l’importanza economica e sociale di debellare le malattie croniche, raccomandazioni per la promozione di un’alimentazione più sana, bandire il fumo dai luoghi di lavoro, accesso ai programmi di screening dei tumori, e l’allattamento al seno per circa sei mesi dalla nascita. Ma la dichiarazione non ha fissato alcun standard per mostrare  il progresso negli obiettivi, come la riduzione della mortalità entro un arco di tempo delimitato.
L’altra ragione di una mancanza d’interesse da parte del governo mondiale sulla salute umana è legato ai problemi economici presenti negli Stati Uniti, Europa e Cina, tali da far regredire l’impegno in azioni specifiche nelle aree svantaggiate del pianeta.
I programmi necessari per far rispettare il cambiamento nei comportamenti, quali l’implementazione delle riforme nelle industrie alimentari e del tabacco, richiederà una grande quantità di legislazione e lavoro”, la crisi finanziaria fa da freno naturalmente a iniziative del genere e restano sempre presenti, irrisolti i problemi legati alla fornitura di medicine e tecnologia a 100 milioni di persone che non hanno accesso regolare o affidabili a strumenti come glucometri, insulina o di glucosio.
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