Leggendo gli articoli sia in rete che sulla stampa relativi alla fase di sperimentazione sul campo avvenuta a Padova del cosiddetto “pancreas artificiale”,  riporto integrale il testo pubblicato dal quotidiano “Il Mattino di Padova” come da altre testate e blog, su cui poi intendo aprire una riflessione ancora una volta sul tema perché informare sul diabete richiede ancora un impegno scientifico e culturale che tarda a presentarsi nel nostro paese e visto l’approssimarsi della giornata mondiale del diabete 2011, non si può perdere l’occasione per farlo.

“PADOVA. Per la prima volta dalla scoperta dell’insulina, 90 anni fa, un paziente affetto da diabete tipo 1, la cui vita dipende dall’apporto esterno di insulina, ha trascorso un’intera giornata al di fuori dell’ospedale, grazie a un pancreas artificiale portatile: un dispositivo con una micropompa portatile per l’infusione di insulina, un sensore sotto pelle che misura la glicemia, ed un algoritmo di controllo installato su un palmare.

E’ successo a Padova: la paziente ha potuto trascorre una giornata di vita ‘normale’ fuori dal nosocomio, passando la serata al ristorante, la notte e la mattina successiva a casa senza avere la responsabilità del proprio trattamento insulinico. La gestione automatica avveniva infatti attraverso il palmare, controllabile direttamente dal paziente: il pancreas artificiale portatile. La misura della glicemia dal sensore è trasmessa all’algoritmo di controllo che determina la quantità di insulina da somministrare attraverso la pompa sotto la pelle, per mantenere la glicemia in un ‘range’ prossimo alla normalità.

La paziente, educata all’uso del sistema durante una giornata di ricovero presso il reparto di malattie del metabolismo dell’Università di Padova, diretto dal professor Angelo Avogaro, ha potuto utilizzare la strumentazione in modo del tutto autonomo anche al di fuori dell’Ospedale in una modalità di vita quotidiana ordinaria. Grazie al sistema di monitoraggio a distanza, le equipe ingegneristiche e mediche potevano verificare in qualsiasi momento che il pancreas artificiale funzionasse correttamente. Il sistema monitorato extra-ospedaliero ha dato risultati eccellenti.”

http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2011/11/03/news/pancreas-artificiale-diabetico-grave-riesce-a-trascorrere-un-giorno-fuori-dall-ospedale-1.1643172

Cosa dovrà essere il pancreas artificiale? Progetto su cui si sta alacremente lavorando a livello mondiale, e qui in Italia lo sono quelli di Padova e Pavia.

Il pancreas artificiale è una tecnologia in fase di sviluppo per aiutare i diabetici a controllare automaticamente la glicemia, sostituendo le funzionalità endocrine di una pancreas sano.

Le funzioni  del pancreas sono diverse e importanti: le esocrine (digestivi) ed endocrine (ormonali) tra le principali, ma è la mancanza di produzione d’insulina che sta alla base della ragione per sviluppare un sostituto artificiale. Mentre allo stato attuale la terapia insulinica sostitutiva è apprezzata per la sua capacità di salva-vita, il compito di gestire manualmente la glicemia con l’insulina da sola diventa  difficile e inadeguato.

L’obiettivo del pancreas artificiale è triplice:

  1. migliorare la terapia insulinica sostitutiva fino a quando il controllo glicemico è praticamente normale, così da eliminare gli effetti devastanti provocati dal perdurare delle iperglicemie e il conseguente insorgere delle complicanze patologiche (retinopatia, nefropatia diabetica ecc.).
  2. alleviare l’onere della terapia per il diabete insulino-dipendente (tipo 1).
  3. imitare la stimolazione normale del fegato da parte del pancreas.

Diversi approcci allo studio includono:

  • biomedicale – utilizzando un microinfusore d’insulina con controllo ad anello chiuso e dati in tempo reale forniti da un sensore continuo del livello di glucosio nel sangue.
  • bioingegneria – lo sviluppo di un pancreas bio-artificiale costituito da un foglio biocompatibile di cellule beta incapsulate. Quando impiantato chirurgicamente, il foglio si comporterà come il pancreas endocrino e potrà durare per anni.
  • Terapia genica – l’infezione terapeutica di una persona diabetica da un virus geneticamente modificato che provoca un cambiamento nel DNA delle cellule intestinali così da farle diventare produttrici d’insulina.

L’approccio che si sta tentando a livello italiano e di tipo biomedicale, nell’informazione riportata dal quotidiano la strumentazione impiegata sembra essere un qualcosa di già presente: Il microinfusore con sensore glicemico che arresta l’infusione in caso di ipoglicemia come quello da me utilizzato, ovvero il Veo della Medtronic, ma con delle funzionalità aggiuntive. E’ evidente come il cronista abbia semplificato all’estremo la notizia. Ad oggi il lavoro per l’implementazione del pancreas artificiale versione biomedicale si appresta ad affrontare la parte più ardua e difficile da realizzare. Creare un meccanismo di calcolo i grado di rilasciare il giusto dosaggio d’insulina, amilina e glucagone in relazione al metabolismo dei carboidrati e livello glicemico. Pertanto la struttura dell’apparecchio è ben più complessa di un microinfusore e i passi da seguire nell’evoluzione tecnica del progetto sono al primo livello della fase finale di preludio alla sua ufficializzazione e messa in opera.
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