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Il freddo e la neve fanno andare alla grande il diabete: ho raccolto in rapporto ai giorni medi delle altre settimane più ipoglicemie nel corso di questi ultimi sette giorni che per il resto dell’anno. All’atto contabile ben otto eventi ipoglicemici. Sarà effetto del freddo che fa abbassare le temperature e di converso anche i livelli di zucchero nel sangue? Peccato solo per la pressione arteriosa: quella continua ad essere alta, ma ho letto di come i farmaci per contrastare l’ipertensione arteriosa col freddo perdono un poco della loro efficacia. La sfida Ipo vs Iper è stata vinta dalla prima per 8 a 2! Ebbene debbo affermare come grazie al sensore glicemico sono riuscito a evitare pericolosi sforamenti verso l’alto, ma l’ipoglicemia quella no, addirittura in quattro episodi lo strumento non ha rilevato nulla ma per fortuna erano abbassamenti non paurosi (tra 55 e 60 mg/dl) e contestualmente mi trovavo in casa, quindi senza apparenti pericoli. Da questa esperienza ho avuto la conferma definitiva circa l’evaporazione della mia sensibilità all’arrivo di una ipoglicemia: in presenza di tutti gli otto eventi non ho avvertito nulla e neanche sentito addosso i sintomi tipici legati ad essa: sudorazione e simili. Il fatto conferma ancora una volta come dopo tanti lustri di diabete si va perdere, a livello di segnali d’attenzione neurologici, l’attimo ipoglicemico. Comunque nonostante il luna park della glicemia la media valori nell’arco della settimana ha migliorato il suo assetto, con un risultato pari a 150 mg/dl. L’altro elemento che volevo sottolineare concerne la presentazione delle ipoglicemie nonostante la mia sedentarietà prevalente: evidentemente qualche altro fattore deve aver giocato la sua parte, molto probabilmente il freddo in sé portatore di una qualche reazione interna al mio organismo tale da far abbassare i valori degli zuccheri, un argomento da riprendere nei prossimi giorni.

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