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Run!

A piè di pagina del referto della visita presso il mio centro di diabetologia si trova scritta la frase: per mantenere uno stato metabolico equilibrato, prevenire l’aggravamento del diabete o il suo esordio si consiglia di fare una camminata di almeno trenta minuti, a passo svelto, ogni giorno. Ritengo che il periodo sia ripreso anche presso gli altri ambulatori della Regione Emilia Romagna, in quanto la stessa sta facendo una campagna comunicativa di ampio spettro per invogliare i suoi cittadini a muoversi e, ad esempio, a usare le scale anziché l’ascensore.

Darsi una mossa è la parola d’ordine: diabetici di tutto il mondo unitevi e muovetevi diceva un noto diabetologo tedesco dell’800 e Pierre de Coubertin ribadiva, l’importante non è vincere ma sgambare. D’altronde sono tanti i modi per tenere dinamico e fluido il nostro fisico, e senza essere super uomini, senza fare la maratona, il giro del mondo a piedi o in bicicletta le attività da compiere per stare bene di salute e con il proprio corpo ci stanno per tutte le età e condizioni. Il diabetico 1 è senza limiti o con dei limiti a seconda del proprio stato, per fare delle cose nei limiti si comincia con il camminare di più a piedi o in bici e usare meno l’auto o altri mezzi motorizzati per spostarsi.

Non basta sgambettare, flettere, e plasmare la massa muscolare per affrontare positivamente corpo, mente e diabete, ci vuole conseguentemente una struttura e dieta alimentare sana ed equilibrata in pratica perché la teoria siamo buoni tutti a farla. Si parla e straparla di “dieta mediterranea” ma non facciamo la industriale. La settimana scorsa a Helsinki si svolta l’ottava Conferenza Globale sulla promozione della Salute promossa dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Salute) il segretario generale Margaret Chan come il mondo sta fallendo nella lotta all’obesità e alle altre malattie non trasmissibili, e buona parte della responsabilità è delle industrie. Nessun paese è riuscito a invertire la tendenza dell’epidemia di obesità in nessuna fascia di età. Questo non è un fallimento dei singoli individui. E’ un fallimento della politica nel contrastare gli affari. Oggi i tentativi di portare le persone verso stili di vita più salutari sono avversati da forze per niente amichevoli. non si tratta solo di Big Tobacco – ha sottolineato – ma dobbiamo confrontarci con Big Food, Big Soda e Big Alcol. Tutte queste industrie hanno paura delle regole, e si proteggono con le stesse tattiche. Due fenomeni mi preoccupano profondamente – ha concluso Chan – il primo è che governi che introducono leggi a favore della salute vengono trascinati in tribunale, e questo è pericoloso. Il secondo è che le industrie cercano di condizionare le scelte di politica sanitaria dei paesi, e questo è altrettanto pericoloso”. Aggiungo che ci sta poi un altro convitato non citato nel documento dell’OMS, da aggiungere, e riguarda la grande rete commerciale di distribuzione – supermercati, ipermercati e simili – smercia tori in gran parte di alimenti e cibi non proprio da sogno.

E noi diabetici, diabetologi che stiamo a fare? Poco o niente. Allora darsi una mossa significa decidere di essere meno lessi e oziosi anche nel perorare e agire per “rompicoglioni” come realtà aggregate attorno al diabete: associazioni, social network, blogosfera, per fare diversi passi su stile di vita, alimentazione e salute. Le basi: educazione sanitaria, alimentare, azione di lobbying e politica per fare prendere atti concreti normativi e di controllo nella direzione di una filiera alimentare, produttiva e distributiva, coerente sotto il profilo della sostenibilità ed equilibrio nutrizionale. E senza lasciare nulla di intentato chiedere l’apertura di un confronto per azioni positive con le stesse imprese del settore, poiché è interesse d’ognuno fare passi avanti sulla strada della sicurezza, affidabilità e qualità dei cibi. Insomma diabetici diamoci una mossa a tutto tondo.