Comincia il relax e il fine settimana ci aspetta, cogliamo l’attimo e scrutiamo l’orizzonte con gps e smartphone per scovare qualche localino invitante al fine di gustare una buona e succulenta pietanza, ma prima facciamo un bel calcolo degli idrocarburi, perché senza benzina arrivare all’antica osteria nella foresta del Montenegro risulta improbabile, poi una volta giunti all’agognata meta e aperto il menu ci cimentiamo nel conta dei carboidrati, e qui la faccenda comincia a farsi seria, poiché nel database degli alimenti dell’app MyFitnessPal non è contemplata la quiche di anaconda marinato con ossa di cardo in flan di radici di bacche, ma l’applicativo offre come alternativa una passeggiata nel bosco di almeno mezz’ora. Che voglia dire qualcosa?
Beh certo il mondo della magia, dell’occulto, mistero ha sempre affascinato l’uomo e oggi, nonostante i progressi della tecnologia e scienza, continua a sedurre e accalappiare. Un mondo fatto di rituali, formule, ricette, spesso assai improbabili. E giunti all’oggi dalla magia della ricetta abbiamo in eredità un numero incalcolabile di ricette per la nostra tavola. Anche Il Mio Diabete da il suo contributo a mensa ogni venerdì con la ricetta a misura di leggerezza e salubrità.
Le ricette: paese che vai tradizioni e formule che trovi. La vita è tutta una ricetta.
E la contaminazione del ricettario contagia non solo la cucina, la televisione, l’edicola e internet; possiede e intasa la medicina, la sanità.
Fin qui nulla di nuovo: ma l’elemento che accomuna cucina e medicina riguarda la varietà di soluzioni e tradizioni presenti da città a città, da regione a regione. E tale constatazione l’ho ricavata proprio attraverso la lettura dei post e commenti presenti nei gruppi a tema diabete presenti in rete.
L’equivalente della pizza nel diabete è la glicata: la offrono di default in tutte le diabetologie, ancora non da asporto, ma presto lo sarà. Invece il controllo del fondo dell’occhio, la ricetta – prescrizione varia: alcune lo offrono altri la passano al ristoratore locale (pardon medico di base). Potrei dilungarmi con gli esempi ma oggi è sabato e non voglio tediarvi oltre.
Ma concludo con un esempio indicatore del diabete tipo 1: la ricetta del microinfusore, offerta solo per i palati raffinati e meglio se preparati, poiché la iniziazione allo strumento spesso risulta essere muta d’accento.
Insomma per dirla breve: come in cucina anche in medicina la ricetta e la pietanza può essere buona come indigesta, proprio a tal guisa è sempre meglio fare un assaggio di prova e se non aggrada allora si cambia strada e locale.