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howgutmicrobSpazio autobiografico oggi (prima puntata)

Dunque per chi fosse alla lettura del blog in prima battuta tengo a ricordare che lo scrivente autore ha 55 anni d’età e 53 di diabete tipo 1. Tale precisazione anagrafica è importante per quanto sto a riportare.

Sono diversi anni (oltre 10) che avverto sempre meno i sintomi dell’ipoglicemia, e tale fenomeno è andato ad acutizzarsi negli ultimi cinque anni. Tant’è che proprio in quel mentre venni a conoscenza di un nuovo sistema integrato comprendente microinfusore d’insulina e monitoraggio continuo glicemico in grado di segnalare con allarme l’ipoglicemia e arrestare l’erogazione del farmaco: il Veo della Medtronic.

E tale strumentazione si manifesta proprio con tutta la sue potenzialità negli ultimi mesi, quando ho preso coscienza di non avvertire più l’ipoglicemia, ma il sensore, facendo il suo dovere l’avverte e la segnala. Il fatto è molto importante se penso che undici anni fa ebbi una rovinosa caduta a terra con fratture sul massiccio facciale, omero destro e polso sinistro causa una improvvisa sincope provocata da una ipoglicemia non segnalata dal sistema nervoso autonomo.

I meccanismi di difesa che l’organismo mette in atto per reagire alla crisi ipoglicemica sono dovuti al sistema nervoso autonomo, dopo un certo numero di anni di diabete, soprattutto se mal curato (come nel mio caso), si può sviluppare una diminuita funzione del sistema nervoso autonomo, detta “neuropatia autonoma”. Si può così avere un mancato avvertimento della crisi ipoglicemica.

Un’altra possibile causa di questa mancata percezione potrebbe essere l’uso di farmaci chiamati “beta-bloccanti”, che servono per la cura della ipertensione. Il rimedio al suo problema si può avere solo con la prevenzione della crisi ipoglicemica, attuabile verificando con regolarità la glicemia tramite l’autocontrollo e in aggiunta negli ultimi anni tramite l’impiego dei sensori glicemici che rilevano i valori del glucosio ogni 5 minuti e avvisano dell’ipoglicemia stessa.

Coloro che rientrano in questi parametri è opportuno ne parlino col proprio endocrinologo per adottare le misure necessarie ad affrontare la criticità con gli strumenti offerti dalle tecnologie avanzate nel terapia del diabete. In particolare l’attenzione è rivolta ai diabetici di tipo 1 in terapia intensiva con insulina e molti anni di vita assieme al diabete ed esordio difficile con la patologia fatto di ricorrenti ipoglicemie e periodi lunghi di scompenso glicemico.