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Seppure contro voglia tocca fare qualcosa. L’ozio oggi denigrato non ci ha mai lasciato. L’origine di tutti i mali qual è? Senz’altro uno: il pensiero, poiché e dalla mente che nasce tutto: immaginazione e distorsione si fanno strada e quando l’individuo è convinto di essere il “garante” della verità assoluta allora si può star certi che la prospettiva non è buona.
E l’unica certezza che abbiamo è e resta la morte il resto sono probabilità che mutano in relazione col crescere degli anni, dell’età.
Ma per vivere nell’incertezza o falsa ma rassicurante certezza quali possibili vie da percorrere ci sono?
In ogni momento, ognuno riceve una grande quantità di informazioni provenienti dal mondo circostante; la mente ne può gestire solo un certo numero alla volta: circa 126 bit di dati al secondo in base allo studio di Csíkszentmihályi del 1956. Al contrario, un’intera conversazione “pesa” circa 40 bit, cioè un terzo della nostra capacità, e questo è il motivo per cui non è facile focalizzare l’attenzione su altre attività quando si sta tenendo un discorso.
Solitamente ciascuno di noi è in grado di decidere su cosa vuole concentrare la propria attenzione. Tuttavia, quando si è in flusso e completamente assorbiti nell’azione e, senza prendere coscientemente una decisione, si perde la consapevolezza di tutte le altre cose: tempo, persone, distrazioni e persino esigenze fisiologiche. Ciò si verifica perché tutta l’attenzione è occupata da quella particolare azione e non ne resta per le altre attività, pur necessarie.
La condizione richiede un totale coinvolgimento individuale con: focalizzazione sull’obiettivo, motivazione intrinseca, positività e gratificazione nello svolgimento dei compiti.
Ragion per cui le fasi che portano al recupero motivazionale dopo un trascorso di crisi e rifiuto dei trattamenti e controlli complessivi presenti con il diabete, sono fondamentali e determinanti per il buon seguito della vita in generale e con la patologia in particolare.
Il flusso sincretico annoverato nei processi ablativi comprensivi ci porta a cambiare nonostante il fragore del vento e il mutare del mare che fanno squadre nel scuotere l’energia della terra tra lava e lapilli ma anche gli squilli variopinti di un telefono intelligente.
Le possibilità per rendere l’approccio di sistema più produttivo sono importanti poiché alleviano le nostre frustrazioni. C’è bisogno di migliorare la comunicazione paziente-medico-operatore, così come di spostare l’attenzione su quello che possiamo fare al di fuori delle interazioni dell’assistenza sanitaria.”
La gestione consapevole e indipendente diventa allora la base di tutto: sia per partire che per riprendersi dopo una fase di criticità.
Ecco dove sta la forza dell’individuo e del gruppo.