Una  celebrazione della vita  consiste nell’onorare la vita della persona che hai perso piuttosto che piangere la sua morte. Indubbiamente, il dolore è terribile e crea confusione da affrontare dopo la perdita di qualcuno che ami. Ma recitando poesie sulla celebrazione della vita  in loro onore a un funerale, un memoriale o tra amici, queste parole positive e amorevoli possono riportare l’attenzione sul bene che hai condiviso piuttosto che sul dolore o sulla simpatia che potresti provare.

E proprio ora, oggi desidero ricordare il collega che per tanti anni ha pubblicato, scritto e narrato del diabete in questo spazio, prima di me, ricordare perché dimentichiamo, cancelliamo e nulla più resta. E Peter desidero ricordarlo con una poesia, questa.

“Non stare alla mia tomba e piangere” di Mary Elizabeth Frye

Non sostare presso la mia tomba e piangere
non ci sono. Non dormo.
Sono mille venti che soffiano.
Io sono il diamante che luccica sulla neve.
Io sono la luce del sole sul grano maturo.
Io sono la dolce pioggia autunnale.
Quando ti svegli nel silenzio del mattino,
io sono il rapido impeto edificante
degli uccelli silenziosi in volo in cerchio.
Sono le morbide stelle che brillano di notte.
Non sostare presso la mia tomba e piangere;
Non sono li. non sono morto.


“Il diabete è una malattia complessa, cerchiamo di semplificarla con il progresso scientifico nella ricerca e facendo diffondere la cultura della buona e sana informazione. Un diabetico preparato a dovere è in grado di gestire serenamente la sua vita” Peter Donovan