Diabete

Non c’è giorno che passa senza notizie scoppiettanti, affascinanti, circa nuove prospettive per la completa remissione del diabete di tipo 1 (quello di origine auto immune o giovanile); anzi a volte leggo che la cosa è già fatta. Era il 1970 (allora avevo nove anni) quando per la prima volta nella copertina di un rotocalco popolare (si chiamava “Stop”) c’era poligrafato: Trovata la cura per il diabete; da allora è un susseguirsi di annunci, sempre più pressanti e avvincenti. Nel suo piccolo, al secondo posto, ci sono gli annunci di nuovi percorsi per la somministrazione dell’insulina, a proposito: che fine ha fatto l’insulina inalabile? Ritirata? E infine i glucometri: gli scatolini per misurare la glicemia; proprio ieri ho scritto un post col quale riportavo l’annuncio di un nuovo gadget, per l’analisi dello zucchero nel sangue con le microonde. Anche qui la ricerca di strumenti per il controllo della glicemia, tramite il superamento del prelievo del sangue capillare, sono susseguiti da tanti annunci: l’analisi dal respiro, la variazione termico-epidermica, con le microonde, ecc. Ma ad oggi continuiamo a bucarci le dita, a iniettarci l’insulina con i nostri bravi aghetti. Infine il diabete tipo 1, 2 e forse 3, continua ad essere tra noi, e, come dicono in chiesa nel rituale per i matrimoni, fin che morte non ci separi…