gruppo

Recenti ricerche di mercato e scientifiche hanno messo in evidenza come è meglio vivere il diabete in compagnia, in gruppo, anziché da soli. Questo dato più che di una ricerca appare una massima di vita, ovvero un consiglio su come affrontare questa malattia progressiva. La mia esperienza col mellito, i miei consistenti errori fatti nella gestione passata della malattia, mi fanno pensare e dire come è utile per il diabete giovanile, quello di tipo 1 per intenderci, una vita sociale e amicale attiva. Il modo migliore per affrontare i traumi e le sofferenze della patologia è fatto nella ricerca e nel supporto degli altri. Il rischio per un neofita diabetico, e non solo, è quello di chiudersi in se stesso, auto flagellarsi o commiserasi, e affrontare non noncuranza la vita e la malattia. Insomma oggi che c’è una consapevolezza ed una aggregazione sul tema diabete è doveroso non restare soli a rimuginare o ad aspettare non si sa cosa. Lo scopo della vita diabetica in gruppo oltre che solidale e di sostegno deve essere di sprono per uscire dal guscio delle nostre paure e insicurezze.