Come va il diabete? Bene o male non c’è una risposta univoca per tutti, un’ovvietà che è bene ricordare: per questo motivo il metodo migliore da adottare così d’avere un cammino accettabile con la patologia è costituito dal tenere una traccia non solo della glicemia e insulina praticata nel quotidiano, ma dei problemi intercorsi e delle soluzioni positive adottate perciò da poterli riprendere in corso d’opera, anche sull’evoluzione del tempo personale che è diverso da quello universale e va a giocare dei cattivi scherzi con la memoria e le abitudini consolidate, quando sono cambiate dalle tecniche del momento.
La vita è costituita da tanti giorni messi insieme e quando cominciano ad assommarsi diventa istintivo e necessario dover cercare di selezionare le cose prioritarie, primarie, da quelle secondarie; quando si è giovani a questo, non ci si fa caso, ma i tempi creano nuovi bisogni e ogni momento nell’insieme del ciclo vitale va da sé, anche per questo per un diabetico diventa importante, strategico mantenere viva la memoria su tutti i campi. L’usura del tempo se, in particolare, abbiamo vissuto per lunghi periodo di scompenso glicemico, incide sulla conservazione delle reti mnemoniche e delle funzioni neurologiche. Ecco si deve tener conto di questo per cercare di mantenere il più possibile un profilo sufficiente di autonomia e autosufficienza nell’attesa degli avanti che ci aspettano.