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Chi si ferma è perduto dice un antico e saggio adagio: quant’è vero e con il diabete, tipo uno o due poco importa. L’importanza di non essere sedentari con il diabete 1 diventa ancor più importante nel corso del tempo, col processo di invecchiamento sia della patologia che anagrafico, oltre al fatto di aiutare a livellare bene la glicemia e a difendere l’integrità del nostro fisico per un motivo ancor più radicale.

Recenti indagini scientifiche hanno ancora una volta messo in luce la connessione tra diabete 1 e osteoporosi, quella condizione che porta a indebolire la struttura delle ossa fino a portare alla frattura delle medesime se non si interviene per tempo. I medici tra le terapie non farmacologiche per contrastare il fenomeno, mettono in evidenza l’importanza di fare movimento, sport, ballo, qualsiasi azione fisica tesa a evitare la sedentarietà.

Ecco un motivo, una ragione di più per muoversi, non chiudersi in casa a fossilizzarsi ipnotizzati dallo schermo e alte facezie simili. Io i aggrego nella predica sul tema in quanto colpito dall’osteoporosi in età precoce per via della concomitante convivenza con due malattie autoimmuni: diabete tipo 1 e artrite reumatoide.

E proprio ieri sono stato a fare un controllo, la densitometria ossea alla colonna vertebrale al femore, cosa che mi viene prescritta ogni tre anni, assieme ai classici esami del sangue e alle terapie conseguenti (alendronato), dai reumatologi per via dell’artrite reumatoide. Il risultato dell’esame vede un leggero aumento della percentuale di osteoporosi rispetto alla volta scorsa, in particolare nella colonna vertebrale.

Per fortuna sono un osso duro….