D’accordo la glicemia, l’alimentazione, lo stile di vita, l’attività fisica. Va bene il controllo di tutti i parametri clinici fatto con regolarità e costanza quotidiana. Io per chiedo: quanto incide la lo stato individuale, sia a livello di emotività e motivazione in tutto questo? Inoltre facendo la conta di tutti i fattori quanto pesano le tare ereditarie mentali? Domande anzi domandone che mi hanno sempre preso per molto tempo senza riuscire a trovare una risposta.
Or bene il tempo e l’acquisizione di esperienza possono essere d’aiuto nel dipanare le nebbie all’orizzonte e nel mio caso sono giunto ad una conclusione: quando si giustifica l’alterazione o scompenso glicemico affermando come la causa è da ricondurre alla difficoltà di calibrare il dosaggio d’insulina da iniettare in relazione al quantitativo di carboidrati inghiottiti, oppure nell’incapacità di capire come funziona tutto lo schema di gestione del diabete.
La sostanza delle vicende connesse all’evoluzione, in negativo o positivo, della malattia è legata alla nostra condizione intellettuale, educativa e dal quadro familiare d’origine: se solido, stimolante e motivante rende l’accettazione e cura di sé a livelli buoni, quando problematico o precario gli sviluppi possono essere difficile, sempre che non scatti in noi l’orgoglio positivo di guardare avanti nonostante tutto e tutti.
Le tare ereditarie negative che influiscono negativamente sulla crescita e responsabilizzazione autonoma dell’individuo si possono superare solo uscendo da uno stato proprio di isolamento e abbandono dai contatti con la realtà presente.
La fine di questa prima riflessione sull’intreccio tra tare ereditarie e diabete mi porta ad affermare come le prime incidono pesantemente sulla patologia e portano a comportamenti errati.