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Il diabete è caduto nella rete e voi mi direte: come è possibile sto fatto? Basta leggere i miei post della settimana scorsa per cogliere la trama di questo racconto d’appendice ogni volta che viene arricchito di nuovi e vecchi elementi tra loro a volte collimanti ed altre conflittuali ma apparentemente mai pari. Invece imparo sempre ogni giorno che c’è del nuovo grazie al diabete e alle opportunità offerte dalle flessibilità d’impiego rese possibili con il microinfusore. Nei giorni passati ho capito come si è abbassato il mio fabbisogno d’insulina complessivo da immettere nel corso delle ventiquattro ore di tempo: una gran bella cosa; poter essere più libero di dominare le dinamiche della malattia è una conquista importante e ancor più rilevante quando per ottenerla ho dovuto percorrere un lungo cammino, attraversando la mia vita, dall’età di tre anni per giungere ai giorni nostri. La speranza non va mai persa: fino alla fine e comunque qualsivoglia particella d’energia spesa per andare avanti è parte integrante del nostro contributo che lasciamo in possesso delle prossime generazioni.

Le forme del grafico della glicemia proseguono nella loro regolare stabilità, abituarsi a questa condizione come già detto mi lascia sempre stupefatto. Sempre per la cronaca del blog la media valori riscontrata tra il 15 agosto e il 21 dello stesso mese risulta pari a 135 mg/dl. Le oscillazioni massime registrate sono state un paio di volte di 220 e 230 mg/dl come valore massimo, e la minima di 58 mg/dl una sola volta. Se le quotazioni in borsa avessero gli stessi risultati delle mie glicemie ora l’economia viaggerebbe a gonfie vele.

Uno stato di salute buono o cattivo visto con gli occhi dell’osservatore appare come un fatto personale che poco o nulla può interessare, fatti salvi i cosiddetti stretti interessati alle condizioni del malato o sano di turno. L’atteggiamento personalmente lo ritengo sbagliato perché se togliamo le forme forme morbose di curiosità da sottoscala, conoscere, la conoscenza è un valore insopprimibile della natura umana e ci serve sempre per crescere di generazione in generazione così da poter evolvere, si spera sempre in meglio, anche quando le fasi epocali di transizione e mutamento sociale sembrano dimostrare il contrario.

Io, sia dal mio stato di malato che dalle altrui circostanze, ho appreso tanto per riuscire a trovare la forza di andare avanti, e cercare di dare fiducia a me stesso come agli altri così da guardare e andare avanti. Ma il cammino non finisce mai e finché avrò vita lo proseguirò certo di non aver consumato invano il tempo che mi è stato concesso.

 
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