A macchia di leopardo si comincia a tornare a scuola, magari qualcuno farebbe bene a tornarci e altri hanno un poco di nostalgia pensando al tempo passato e che non torna più, al profumo della classe fatto di matite appena temperate come dell’inchiostro del calamaio. Io, la mia classe generazionale anno 1961, fummo gli ultimi ad adoperare il pennino per scrivere e all’epoca la scuola cominciava il 1 ottobre e per chi poteva c’era pure il dopo scuola nel pomeriggio, mangiando in loco, antesignano del “tempo pieno”, ed era impiegato per fare attività fisica e ripetizione delle materie in cui si era in ritardo nel programma.

 

Allora io andavo pranzavo a casa poi tornavo per il dopo scuola perché l’istituzione scolastica non era in grado di assistermi nel fare l’iniezione d’insulina, all’epoca la siringa andava sterilizzata mediante bollitura, e per i controlli della glicemia. La mia resistenza nel continuare a fare scuola al pomeriggio ebbe breve durata poiché essendo soggetto ad avere frequenti ipoglicemie il corpo insegnanti e ausiliari non aveva alcuna preparazione e forma di tutela per affrontare un evento simile.

 

Ho raccontato tutta sta storia per una ragione molto semplice: passati quarant’anni da allora le condizioni di base nel panorama scolastico italiano per un bimbo o ragazzo con il diabete sono cambiate sì ma ancora con un buon ancoraggio al passato. Oggi se un giovane diabetico è perfettamente autonomo nel gestirsi la vita, come farsi iniezioni boli e controlli, allora ha abbattuto buona parte dei problemi; ma rimangono problemi irrisolti. Il primo concerne l’alimentazione, anche se la refezione scolastica è migliorata e con una maggiore articolazione nell’offerta, permangono dei coni d’ombra da sfumare circa l’apporto nutrizionale dei pasti. Poi una problema irrisolto, e ancora a carico completo della famiglia, riguardano l’assistenza al giovane diabetico in preda a una ipoglicemia. C’è ancora molta strada da fare per far prendere consapevolezza dei problemi e far trovare le adeguate soluzioni, informare e formare il personale.

 

L’occasione dell’apertura dell’anno scolastico purtroppo è ancora una volta la riproposizione di problemi irrisolti e fossilizzati nel sistema.
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