La dinamica del diabete è subdola e lungo il percorso di rado o frequentemente può tirare delle imboscate sui livelli di equilibrio della glicemia, le punte estreme sono sempre l’ipoglicemia (abbassamento sotto i 60 mg/dl dello zucchero nel sangue), l’iperglicemia (innalzamento sopra i 240 mg/dl), fra queste due estremità vi sono le tendenze a variare dei valori, ed è all’interno di queste variazioni la parte più intrigante di tutto il processo: cercare di capire quando è il momento di intervenire per arrestare i fenomeni degenerativi.
Le tendenze al ribasso o rialzo dei valori glicemici si possono affrontare in modi diversi. Al ribasso le azioni da compiere richiedono immediatezza per cercare di scongiurare un evento ipoglicemico. Se avete un microinfusore la prima cosa da fare è la sospensione dell’erogazione d’insulina, poi se i valori oscillano tra 90 o 80 mg/dl assimilare dei carboidrati complessi e la via migliore, come un pacchetto di cracker o una fetta di pane, invece davanti a una discesa ancora più evidente sotto gli 80 o 70 mg/dl diventa basilare assumere carboidrati ad azione rapida: un barattolo di coca cola ha un efficacia fulminante nel bloccare la discesa della glicemia e rialzarla velocemente, salvo poi controllare l’effetto opposto iperglicemico che si manifesta solitamente in un paio d’ore. Se non c’è la coca cola rimane sempre valido far bere una bevanda zuccherata o due bustine di zucchero dissolte nell’acqua. Una raccomandazione sempre presente in queste pagine è di portare sempre con noi, o conservarla in casa, un kit anti ipoglicemico di Glucagone per affrontare le situazioni più difficile e che non vedono la collaborazione del diabetico.
Le inclinazioni al rialzo della glicemia si manifestano solitamente due ore dopo il pasto e nella notte tra ore due e le quattro, in questo contesto le cause sono dovute ad un errato calcolo dell’insulina iniettata o infusa in relazione al nostro stato di salute o alla quantità di carboidrati mangiati nel corso del pasto. La propensione al rialzo può richiedere una dose correttiva d’insulina da iniettare da valutare col medico, e lo stesso col microinfusore o in alternativa per quest’ultimo attraverso l’innalzamento del bolo basale per qualche ora. La velocità d’innalzamento della glicemia nel sangue in rapporto al quantitativo di carboidrati con cui ci siamo alimentati: anche solo in trenta minuti si può passare da 150 mg/dl a 300 mg/dl, e questi picchi glicemici nel medio e lungo periodo possono diventare molto insidiosi per i vasi sanguigni e il cuore. Ecco perché diventa importante tenere sotto controllo la glicemia e non sottovalutare i suoi effetti.
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