Il tempo può sembrare strano a volte, non piove per mesi poi all’improvviso il cielo si fa scuro e si scatena un torrente d’acqua dal cielo, la velocità delle nuvole è un effetto naturale migliore di ogni altro trucco visivo e proprio a conseguenza di un clima atipico che favorisce l’insorgere dei luoghi comuni del tipo: non ci son più le mezze stagioni; possono affiorare problemi di varia natura in ogni essere vivente, a cominciare dal livello umorale. La domanda sorge spontanea sul tema delle ricadute provocare dal clima  e ambiente sulla salute: e per quanto riguarda il diabete ci possono essere influenze?

Le statistiche sanitarie a tal proposito hanno messo in luce come dall’estate all’inverno vi è un leggero peggioramento dell’emoglobina glicata del 0.5%, la causa di questa flessione è molto probabilmente da imputare ad un minore movimento ed esercizio fisico durante la stagione fredda accompagnato da un’alimentazione più ricca.

Oltre la logica dei numeri c’è una sfera personale che pesa molto di più nel campo del rapporto clima e salute: la mia reazione fisiologica nell’era avanti al microinfusore è stata parecchio problematica in proposito. Durante la stagione invernale non solo peggiorava la glicemia con valori medi ben più elevati rispetto a primavera-estate, ma era, è tutto l’insieme di dati legati ad altre condizioni patologiche che va a rendersi maggiormente critico: la pressione arteriosa, la flogosi determinata dall’artrite reumatoide per esempio.

Rileggendo gli articoli e argomenti presenti e attinenti i possibili fattori generatori del diabete tipo 1 ho notato la prevalenza in senso ampiamente maggioritario, il 75%, dell’esordio della malattia proprio nel cuore dell’inverno; partendo da qui viene spontaneo affermare come tra i due elementi esista un forma evidente di connubio che, fino a quando la patologia resta a farci compagnia, si deve tenere in considerazione per una vita più consapevole e con maggiore attenzione alle sue dinamiche interne. Infatti dalle rilevazioni statistiche apprendo un fenomeno stagionale presente nella glicemia di una diabetico 1: nella fase notturna della giornata lungo il periodo invernale esiste una prevalenza del cosiddetto effetto alba (iperglicemia al risveglio), al contrario dell’estate laddove nello stesso frangente avvengono con maggiore frequenza gli episodi ipoglicemici.

Per concludere la mia digressione sul tema mi viene da dire che il modo migliore per prepararsi ad affrontare  la stagione rigida (bisogna vedere quanto lo sarà) è di organizzare la fase serale della giornata con una cena ricca di carboidrati dal rapido metabolismo come le creme, minestre umide, zuppe di verdure e legumi, anche con l’aggiunta di pasta ma in misura inferiore rispetto al pranzo (esempio 40 – 30 grammi), in grado così da pesare poco sulla memoria intestinale e così impedire un rimbalzo iperglicemico ed effettuare il controllo della glicemia tra la mezzanotte e l’una così da avere un valore in grado di far intendere la direzione in cui si muove lo zucchero nel sangue.
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