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Strana tipi si aggirano per la spiaggia e magari le tende non le levano e mancano le lavano quando vanno da un posto all’altro: che fare? Inossidabile la ruga nasce diventa corteccia e rafforza l’albero dentro la foresta come nel giardino condominiale e nello chalet. Ma quanti tipo ci stanno in giro, e uno tira l’altro. E mentre due pilastri di Big Pharma: Lilly e Boehringer Ingelheim, hanno annunciato la presentazione della domanda di autorizzazione all’immissione in commercio, da parte di entrambe le società, di una insulina basale (azione prolungata), nel trattamento del diabete di tipo 1 e di tipo 2, all’Agenzia europea per i medicinali (EMA), nome in codice LY2963016 è una nuova insulina glargine presentata in via biosimilare. Tale passo non rappresenta di per sé una novità sul piano delle cure, di certo contribuirà a provocare un certo fermento sul mercato, sul genere della recente immissione della nuova basale della NovoNordisk – Degludec (Tresiba, la quale ad oggi ancora no si sa se sarà coperta dal servizio sanitario nazionale) contribuendo – si pensa e spera – a calmierare i prezzi degli analoghi rapidi e basali dell’insulina, attualmente disponibili.

Ferve la ricerca anche intorno ai nuovi analoghi dell’insulina: insuline “lampo” e insuline “zavorrate”. Le prime, dette ultra-rapide, serviranno ad evitare quei pericolosi picchi di zuccheri nel sangue che si verificano subito dopo un pasto. Il trucco sta tutto nel facilitare l’assorbimento dell’insulina; tra i vari sistemi, il più avanzato consiste nell’accoppiare l’insulina alla ialuronidasi umana ricombinante, un enzima frutto dell’ingegneria genetica che, iniettato sottocute, provoca la temporanea formazione di microcanali che facilitano la diffusione del farmaco verso i capillari.

Ma mentre è tutto un fermento tra insuline che vanno, altre ci stanno ed ancor domani verranno io ripiegato nel sano egoismo da diabetico tipo 1 “arredato” di microinfusore ora utilizzo Apidra analogo che entra in azione appena poco dopo l’infusione, ha il culmine dopo un’ora e la curva di rilascio regge massimo tre ore, ma di fatto due.

Dunque sarebbe credo importante per quanti utilizzano il microinfusore nella vita quotidiana con il diabete poter avere un tipo d’insulina “ad hoc” funzionale nell’arco dell’arco delle 24 ore. Praticamente una “basale” per la pompa. Da ignorante cerco di spiegare a cosa penso: un analogo rapidissimo che entri in azione pochi istanti dopo l’infusione e una durata di un’ora costante.

L’utilità per quanti hanno il microinfusore di un analogo insulinico specifico è presto detta: ridurre la somma di calcoli precedenti l’erogazione del bolo e gli intrecci da insulina residua attiva con quella da programmare nell’articolazione basale, normale e variabile dei boli.

Anche se i microinfusi a livello planetario sono in linea percentuale una minoranza nella minoranza dei diabetici trattati con insulina ritengo che i margini di mercato per ricercare produrre e distribuire un simile farmaco siano congrui e attuali.