Default Featured Image

vescica-iperattivaOggi tratto un tema molto “toccante” e unisex per noi diabetici, una complicazione scaturente da uno stato di scompenso glicemico perdurante nel tempo da molti anni e chi si traduce non solo nella nefropatia diabetica e insufficienza renale cronica, come già più volte ricordato, ma per via del processo infiammatorio, generato dall’eccesso di zuccheri scaricati lungo le vie urinarie, in problemi di fastidio intimo, bruciore nel momento di urinare, tanto per cominciare.

Se non recuperiamo il prima possibile la normalità glicemica si possono incorrere in patologie della vescica e del tratto urinario non proprio consigliabili e traumatiche. Tali complicazioni denominate vescica neurogena ipotonica che spastica possono essere causate da processi patologici, comprendenti anche il diabete mellito.

Per la vescica ipotonica, specialmente quando è dovuta a una lesione acuta del midollo spinale, si dovrebbe stabilire immediatamente un drenaggio continuo con catetere o una cateterizzazione intermittente per prevenire una sovradistensione con conseguente infezione e lesione della muscolo detrusore. La cateterizzazione intermittente, se possibile eseguita dal paziente stesso, è preferibile al drenaggio con catetere a permanenza. Il drenaggio con catetere continuo è tollerato meglio dalle donne; predispone gli uomini a uretriti, periuretriti, alla formazione di ascessi prostatici e fistole uretrali.

Sia per la vescica ipotonica che per quella spastica, l’obiettivo del trattamento farmacologico è di migliorare il riempimento, lo svuotamento e il controllo della vescica. La spasticità del detrusore e le contrazioni involontarie possono essere di solito ridotte o eliminate con antispastici o anticolinergici. Effetti collaterali sono secchezza delle fauci e stipsi. La dissinergia sfinteriale (attività non coordinate tra il muscolo detrusore della vescica e i muscoli dello sbocco vescicale) può rispondere ai bloccanti a-simpatici; è possibile l’ipotensione posturale.

La derivazione urinaria permanente è raramente indicata, ma dovrebbe venir presa in considerazione se vi è un deterioramento della funzione renale o se le circostanze sociali, la spasticità o la quadriplegia rendono impossibile l’uso di un drenaggio vescicale, continuo o intermittente, soddisfacente. La derivazione permanente del tratto superiore viene eseguita mediante un’ansa iliaca o colica. Talvolta la cistostomia sovrapubica permanente fornisce un drenaggio adeguato ma è indesiderabile, poiché altera l’istologia vescicale e predispone i pazienti a infezioni, a formazione di calcoli e, raramente, al carcinoma a cellule di transizione o squamose. La cistostomia cutanea (apertura vescicale nella parete anteriore addominale) con un dispositivo esterno e senza catetere permanente può essere un metodo conveniente di controllo urinario in bambini senza lesioni del tratto superiore.

Altre cure essenziali sono: monitoraggio continuo della funzione renale, controllo dell’infezione urinaria, abbondante assunzione di liquidi, deambulazione precoce, cambiamenti frequenti di posizione e limitazione dietetica di calcio per inibire la formazione di calcoli. In pazienti selezionati possono essere inseriti chirurgicamente dispositivi sfinterici artificiali per controllare la continenza urinaria.

Tale report si rivolge al popolo diabetico e maturo innanzitutto e sta a ricordare ancora una volta come alla base di tutto ci sia sempre la necessità di tenere controllata la nostra glicemia.