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The Center for Diabetes Technology at UVAOgni giorno è uguale: la differenza la fai tu e non la tecnologia, un utensile che, se fa la funzione per cui risulta essere stato progettato, ti aiuta a gestire meglio il tempo. Nei primi giorni di febbraio dell’anno prossimo a Milano si terrà il meeting internazionale imperniato sulle tecnologie biomedicali nel terapia del diabete ATTD . Se non ricordo male è la prima volta che un appuntamento simile ha sede nel nostro paese. E nel caso la vita lo consentirà cercheremo di informarvi come facciamo di solito di quanto accadrà in tale avvenimento.

Ma oggi mi soffermo su di un altro capitolo riguardante la giungla di congegni presente nel catalogo sterminato proposto agli operatori sanitari e diabetici stessi per il controllo domestico dei valori dello zucchero nel sangue, urine e molto altro ancora. Glucometri a iosa e il futuro prossimo venturo non sarà da meno: la battaglia dei sensori è appena cominciata, sarà la guerra dei cent’anni a suon di Holter glicemici esterni, interni, a tempo determinato, indeterminato, precisi, imprecisi. Come del, dei microinfusori e pancreas artificiale: una carneade di soluzioni in cui orientarsi diventerà sempre più impegnativo e spero non problematico.

Lo avrete capito: non sono un integralista, invasato, fanatico della tecnologia. Il prezzo a suo tempo l’ho già pagato con l’ideologia e affini. Semplicemente cerco di avere, mantenere un approccio pratico, funzionale e disincantato con la materia. E allora mettiamo un po’ d’ordine nel girone diabetico fatto di assistiti, assistenti, medici, pazienti, paramedici, rappresentanti e limitrofi.

Al principio del diabete c’è la necessità di mantenere il più possibile sotto controllo il livello medio dello zucchero nel sangue (glicemia) per farlo, oltre agli esami di laboratorio, c’è l’autocontrollo domestico di tali parametri clinici che viene fatto con il glucometro. Poi la somministrazione dell’insulina la si effettua con iniezioni multiple o infusione mediante microinfusore. E da dieci anni a questa parte abbiamo la possibilità assieme alla pompa di applicare un monitoraggio continuo glicemico tramite sensori sottocutanei. Tutti questi strumenti raccolgono i dati che vengono trasmessi ai rispettivi applicativi per poi essere resi leggibili sotto forma di fogli elettronici e grafici così da indicare l’andamento della malattia in determinate e personalizzate fasce di tempo.

Bene e allora dove sta il punto?

In tutti questi casi si tratta di dispositivi medici che debbono essere prescritti dal medico diabetologo a cui siamo in carico e sempre lui o lei deve consigliarci e supportarci circa l’iniziazione allo strumento. Inoltre i dati conservati e scaricati dagli strumenti gli servono per poter fare le valutazioni diagnostiche e indicare la terapia da seguire con insulina e/o pastiglie o altro. Quindi non è cosa da poco.

Poi per quanto riguarda il microinfusore d’insulina e sensore glicemico la faccenda è ancora più perentoria e secca: trattandosi di dispositivi medici di prima fascia al momento dell’iniziazione e preparazione all’impiego della strumentazione il medico deve lasciare la sua reperibilità di contatto al paziente per gli eventuali problemi che dovessero insorgere con il micro e CGM, oltre a fornire un schema d’insulina d’emergenza in caso di guasto del congegno e in attesa del suo rimpiazzo. Non sempre tutto questo accade e sta nel diabetico sapere queste cose in primo luogo nel proprio interesse e bene, poi per le tendenze tecnologiche e i paraculismi modaioli li lascio agli amanti del genere, e a chi ha soldi da spendere in proprio.