Il diabete tipo 1 è una malattia invisibile. Di quelle che ti logorano da dentro ma fuori non si vede niente. Arriva, sconvolge tutto e l’unica che vede la differenza sei tu. Nessuno vede come vivi quelle notti in cui ti svegli con il cuore a mille per la glicemia bassa e con la paura che la prossima volta potresti non essere così fortunata da svegliarti. O quelle glicemie così alte che vorresti sbattere la testa al muro per quanto ti scoppia. O quelle volte dai medici che per una nuova diagnosi ti dicono: “eh sa com’è, con il diabete il rischio aumenta”. Nessuno sa come vivono quei genitori che dovrebbero fare da pancreas ai loro figli, le loro paure e il loro sentirsi colpevoli all’infinito per qualcosa che poi colpa non ne hanno. Nessuno sa che il diabete tipo 1 ti è venuto perché il tuo corpo ha autodistrutto le cellule beta che producono insulina, non perché mangiavi tanti dolci, anzi, quei dolci neanche li mangiavi prima. Ovvio che si vive lo stesso. Facciamo la vita che fanno tutti: studiamo, viaggiamo, lavoriamo, ci innamoriamo, facciamo una famiglia. Ma che fatica ragazzi. Perché noi diabetici abbiamo cmq un peso in più (forse anche più di uno se in mezzo ci sono altre patologie). Però nessuno lo direbbe perché al mattino ci alziamo e mettiamo addosso il nostro più bel sorriso. Così che quando pensi di conoscere il nostro diabete perché l’aveva tua nonna/zia/vicina, fai una cosa intelligente, chiedi direttamente a noi.

Il diabete tipo 1 non è un raffreddore che ti passa in pochi giorni, è una malattia cronica che dobbiamo tenere addosso finché non ci sarà una cura. E ci sarà. Non dico oggi. Ma ci sarà. Ma finché non c’è, curiamoci noi .