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Doppio diabete: un problema in crescita che richiede soluzioni

La crescente proporzione di pazienti con diabete mellito di tipo 1 (T1DM) con caratteristiche cliniche di insulino-resistenza (IR) ha portato alla descrizione di un sottogruppo distintivo di T1DM, ancora non riconosciuto dalle attuali linee guida, chiamato doppio diabete, presumibilmente associato a fenotipo metabolico più rischio di complicanze micro e macrovascolari.

L’obiettivo principale dell’identificazione del doppio diabete, che si stima sia presente in più della metà dei pazienti con DMT1, è l’implementazione tempestiva di adeguati interventi terapeutici per ridurre l’aumento del rischio di complicanze croniche e altri tratti metabolici avversi associati a questa condizione.

I criteri diagnostici proposti sono ampiamente suddivisi in tre diversi gruppi: storia familiare di diabete mellito di tipo 2 (T2DM), obesità / sindrome metabolica e IR. Il tasso di smaltimento del glucosio stimato può rivelarsi il marker più affidabile del doppio diabete.

Oltre alle misure generali (dieta, attività fisica, farmaci antipertensivi e ipolipemizzanti, ecc.) E allo sviluppo di nuove preparazioni di insulina con maggiore azione epatica, i pazienti con doppio diabete possono trarre maggiori benefici dagli agenti sviluppati per T2DM. Infatti, tali agenti potenzialmente promettenti includono agonisti del recettore del peptide-1 simili al glucagone, inibitori del contrasporter-2 del sodio-glucosio e la loro combinazione.

Siamo ora in attesa di studi a lungo termine per valutare i benefici metabolici e vascolari di questi farmaci nel diabete doppio.) e lo sviluppo di nuove preparazioni di insulina con più azione epatica, i pazienti con doppio diabete possono trarre maggiori benefici dagli agenti sviluppati per T2DM. Infatti, tali agenti potenzialmente promettenti includono agonisti del recettore del peptide-1 simile al glucagone, inibitori del contrasporter-2 del sodio-glucosio e la loro combinazione.

La recensione in specie è stata curata dai dottori Djordje S Popovic e Nikolaos Papanas Facoltà di Medicina, Università di Novi Sad, Novi Sad, SERBIA.

Pubblicato il 26 febbraio 2021 in Experimental  and Clinical Endocrinology and Diabetes