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Una revisione sistematica e una meta-analisi di studi randomizzati di controllo (RCT) hanno rilevato che gli inibitori del cotrasportatore di sodio-glucosio-2 (SGLT2) riducono i ricoveri e possono ridurre le morti cardiovascolari tra le persone che soffrono di insufficienza cardiaca indipendentemente dalla presenza di diabete. Questi risultati supportano le linee guida esistenti che raccomandano gli inibitori SGLT2 per prevenire incidenti e peggioramento dell’insufficienza cardiaca nelle persone con diabete di tipo 2, insufficienza cardiaca o entrambi. Gli autori avvertono che il trattamento con gli inibitori SGLT2 dovrebbe essere bilanciato contro i potenziali danni di un aumento delle infezioni genitali. L’analisi è pubblicata in Annals of Internal Medicine.

Molti pazienti con insufficienza cardiaca non ricevono una terapia ottimale fino a quando non si presentano in ospedale con esacerbazioni e i pazienti che ricevono una diagnosi in ospedale hanno un rischio raddoppiato di morte e ricoveri ricorrenti. Precedenti studi randomizzati hanno dimostrato che gli inibitori SGLT2 riducono i rischi di ospedalizzazione per insufficienza cardiaca e morte cardiovascolare per le persone con diabete. Altri studi hanno anche dimostrato che questi benefici possono estendersi ai pazienti con insufficienza cardiaca ma senza diabete.

I ricercatori dell’Università di Sichuan, Chengdu, Cina hanno condotto una revisione sistemica e una meta-analisi di 8 RCT per un totale di 15.022 partecipanti che hanno studiato dapagliflozin, empagliflozin o canagliflozin per valutare l’effetto di questi farmaci nei pazienti con insufficienza cardiaca, indipendentemente dalla presenza di tipo 2 diabete. Gli autori hanno scoperto che nei pazienti con insufficienza cardiaca, sia quelli con frazione di eiezione conservata che quelli con frazione di eiezione ridotta e indipendentemente dalla presenza di diabete, gli inibitori dell’SGLT2 hanno dimostrato benefici relativi nel ridurre i ricoveri per insufficienza cardiaca e morte cardiovascolare con certezza da alta a moderata. Tuttavia, gli autori avvertono che queste riduzioni erano associate a tassi crescenti di infezioni genitali.