hole, hill, black

Non si finisce mai di fare le punture con il diabete tipo One, e così come non si finisce mai di iniettarsi l’insulina parimenti non si finisce mai di imparare, e dato che la prima regola di uno che ha il diabete tipo One è arrangiarsi, oggi che ricorre la data del mio sessantunesimo compleanno qual modo per celebrarlo con un necessario cambio del set d’infusione del microinfusore dell’insulina?

Cosa fatta, capo a.

E contestualmente al cambio del set, ciak si gira! Ho cambiato anche il sensore glicemico CGM.

Ma a parte tutto questo è ben di altro che voglio intrattenervi, il tema odierno è: dove infilo l’ago?

Tutta una vita trascorsa con il diabete tipo One comporta un effetto: tutte le aree epidermiche del mio corpo sono tracciate, colpite dal susseguirsi delle iniezioni e conseguente presenza distribuita e diffusa di lipodistrofie (nonostante la perenne rotazione dei punti di iniezione).

Pertanto, prenderci è una bella impresa, con una sottolineatura sull’assorbimento dell’ormone iniettato da parte dell’organismo.

Ma dicevo prima: non si finisce mai di arrangiarsi e apprendere in autarchia, così prima di infilzare l’ago sottocute per inserire il catetere nell’area di interesse, con due dita della mano “ e attraverso un movimento rotatorio sondo i punti per controllare l’assenza/presenza di lipomi, lipodistrofie e altre criticità, così da garantire il più possibile un corretta infusione dell’insulina .

Finora questo percorso, avviato da un annetto circa, è stato utile per buona parte delle volte, (per scongiurare occlusione del catetere, perdite dal medesimo, buon assorbimento del farmaco). L’operazione nel mio caso richiede qualche minuto.

Naturalmente ogni caso va da sé, l’importante è non trascurare una procedura base e fondamentale nella vita quotidiana della persona con diabete tipo ONE o comunque trattata intensamente con insulina.

Happy day!