Come uno strumento narrativo può facilitare la comunicazione tra giovani con diabete di tipo 1, le loro famiglie e i professionisti della salute
L’ipoglicemia rappresenta una sfida significativa nella gestione del diabete di tipo 1, soprattutto per i giovani e le loro famiglie. La difficoltà nel comunicare efficacemente questa esperienza può portare a incomprensioni e a una gestione subottimale della condizione. Un recente studio ha esplorato come uno strumento narrativo possa facilitare una comunicazione più chiara e empatica tra i giovani con diabete di tipo 1, i loro familiari e gli operatori sanitari.
Metodologia
Lo studio ha coinvolto 103 partecipanti, suddivisi in tre gruppi: 40 giovani con diabete di tipo 1, di età compresa tra 10 e 18 anni, e 63 parenti. I partecipanti sono stati intervistati utilizzando tecniche narrative per raccogliere e analizzare le loro esperienze personali di ipoglicemia. Le interviste semi-strutturate hanno incluso sei domande aperte, permettendo ai partecipanti di “dare un nome” alle loro esperienze e di esprimere le loro emozioni in modo dettagliato.
Risultati
I risultati dello studio hanno evidenziato differenze significative tra i vari gruppi:
- Gruppo 1 (10-14 anni): I giovani di questo gruppo hanno mostrato una maggiore attenzione ai sintomi e un maggiore bisogno di aiuto. Le loro narrazioni erano spesso collegate a sentimenti di “disagio” e “difficoltà a verbalizzare” le loro esperienze.
- Gruppo 2 (15-18 anni): Gli adolescenti più grandi hanno enfatizzato il desiderio di autonomia, mostrando una maggiore consapevolezza del protocollo medico e delle procedure di gestione del diabete.
- Gruppo 3 (Parenti, 30-59 anni): I parenti hanno descritto le loro esperienze utilizzando termini come “paura”, “responsabilità” e, in alcuni casi, “colpa”. In particolare, le madri hanno espresso una forte consapevolezza dei “sintomi” e dell'”incapacità” percepita di aiutare adeguatamente i loro figli.
Conclusioni
L’utilizzo di uno strumento narrativo si è rivelato efficace nel mettere in luce la singolarità di un’esperienza comune come l’ipoglicemia. Questo approccio non solo ha migliorato la comprensione tra le diverse parti coinvolte, ma ha anche permesso di identificare lacune di conoscenza che possono essere colmate attraverso interventi mirati.
Riferimento: Diabetology International