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Le mie prolusioni monografiche nel decantare le doti e virtù del microinfusore rendono necessarie alcune considerazioni come promemoria e da tener presente sia come informazione generale che per valutare preventivamente se avviare o meno un percorso diretto verso l’impiego della strumentazione in oggetto. Lo faccio proprio perché ricevo diverse richieste d’informazione e approfondimento a proposito di microinfusore, con la precisazione doverosa che ogni ulteriore passaggio operativo e di merito va sempre fatta con il medico diabetologo.

 

Nel diabete di tipo 1, e in situazioni dove non rispondo più i trattamenti ipoglicemizzanti orali per il tipo 2, la terapia è l’insulina. Siccome dobbiamo tenere il più possibile in equilibrio il livello degli zuccheri nel sangue occorre somministrare una dose adeguata d’insulina giornalmente che solitamente si suddivide in quattro iniezioni: tre prima dei pasti e un’altra, la basale a sera.

 

Nell’evolversi della malattia le situazioni che si presentano sono diverse e variegate: vi sono persone cui fare l’insulina in modo tradizionale con la penna vanno benissimo e tengono in compenso la glicemia; altre invece no e col trascorrere del tempo assommano problemi di mancata sensibilità all’ipoglicemia come d’insorgenza delle complicanze patologiche derivate da un diabete fuori controllo da molto tempo, in quest’ultimo caso la gestione della terapia insulinica con il microinfusore può rappresentare un ulteriore passo per cercare di migliorare la condizione e prima di esplorare altre tecniche (trapianto isole ecc.).

 

Ma decidere di passare al microinfusore implica delle conseguenze che è bene sapere prima: innanzitutto  l’apparecchio in esame richiede un costante monitoraggio della glicemia essendo l’erogazione d’insulina costante nelle ventiquattro ore, e al principio si possono registrare episodi ripetuti d’ipoglicemia o iperglicemia causati sovradosaggio del farmaco oppure otturazione della cannula. L’interessato deve essere ben motivato a fare codesta scelta oltre ad avere una buona educazione nella gestione della malattia, fatta la premessa prima di passare in via definitiva al suo utilizzo avviene un primo contatto d’informazione con il rappresentante del produttore fornitore del microinfusore, a cui seguono tre giorni di allacciamento della macchina sul diabetico solitamente monitorati dal personale sanitario in ricovero al day hospital, dopo di che avviene un periodo di prova e rodaggio di circa due mesi prima dell’assunzione definitiva della pompa. Ma non finisce qui: nella fase iniziale dobbiamo prendere confidenza con tutte le funzioni offerte dalla macchina e prendere dimestichezza nelle dinamiche di flusso dell’insulina tra boli per i pasti, correttivi, basali, temporanei, a onda doppia e quadra.

 

Comunque non preoccupiamoci tutto viene fornito di ampia e ricca documentazione e di assistenza continua con tanto di numero verde alla bisogna. E col tempo i risultati si vedono se lo vogliamo.
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