Accettazione

A sta per accettazione del diabete. Il problema che hanno tutti i diabetici con la “condizione” insorta dall’adolescenza in poi (quindi sia di tipo 1 che 2). Il problema dell’accettazione è di fondamentale importanza per il prosieguo di una vita, il più possibile, equilibrata. La mia esperienza in tal senso, sia come diabetico che supporter di diabetici, mi fa vedere l’approccio col problema prima di tutto attraverso una corretta e completa informazione, poi un adeguato processo di educazione alla gestione del diabete e un sostegno morale alla persona, della famiglia e amici, che delle altre figure interessate al percorso.

Il sostegno psicologico, assieme all’auto consapevolezza, verificati col tempo non sono un optional, soprattutto quando avvengono i traumi d’esordio (la prima ipoglicemia, un ricovero in ospedale). E col mutare del tempo, l’iniziale rifiuto della condizione diabetica si trasforma in fastidiosa consapevolezza; poi possono arrivare le complicanze, scattare i primi attacchi d’ansia, l’emoglobina glicata che non va bene. Insomma occorre farsi forza e prendere l’iniziativa, non aspettare che cada la manna dal cielo, e prendere di petto il diabete. Questo è l’inizio.