libero

Non è il titolo di una canzone di Gianni Morandi. Ogni tanto lo sogno: se non avessi più il diabete che farei?

A quanti di noi capita di farlo?

Lo so il desiderio, il sogno, la speranza affiora più o meno episodicamente.

A me capita di rado ultimamente, anche dopo 44 anni l’abitudine, il quotidiano, la routine hanno preso il sopravvento. Comunque fosse cosa farei? Ai più sembra scontato, invece per me non lo è: non comincerei a mangiare come un forsennato; francamente il cibo in me rappresenta l’ultimo dei problemi. Quello che invece godrei sarebbe il fatto di non dover più fare le cose col bilancino: la conta dei carboidrati, delle glicemie e delle dosi di insulina, pensare di andare in ipoglicemia; insomma il dover vivere sempre come un ragioniere della mia vita. Infine poter essere libero di non subire l’angoscia, l’ansia di diventare cieco, di subire l’amputazione di un arto, di fare dialisi a causa del diabete.

Lo so sono condizioni estreme, che si presentano con un diabete a lungo fuori controllo e scompensato, ma essere comunque libero è un fatto e basta.

In certe situazioni le separazioni, anche solo sognate, possono essere benefiche: non trovate?