Anche quest’anno è partita la campagna di informazione per il vaccino contro l’influenza. Il diabete rientra tra le patologie soggette a vaccinazione “consigliata”, in quanto foriera di complicazioni ulteriori in caso di contrazione dell’influenza. Si dice diabete, ma è doveroso sempre fare dei distinguo: diabete tipo 1, tipo 2; età e condizioni degli interessati (bimbi, anziani, con complicanze o meno). Il vaccino è sempre bene farlo nel caso si rientri nel predetta casistica. Io, ad esempio, ho il diabete di tipo 1 (quello autoimmune per intenderci) e fino ai quarantanni di età non mi sono mai preso l’influenza e neanche vaccinato. Forse per il fatto che ho un firewall come sistema immunitario? Sta di fatto che dopo i quaranta ho deciso di farlo: della serie non si sa mai: perché andare a complicare una vita di suo già complessa; e anche se ho due milze al posto di una ho deciso che prevenire è meglio che esagerare. E siccome tra le complicanze possibili provocate dal diabete ci sono polmonite ed altre affezioni alle vie respiratorie, meglio un buco in più a fin di bene. Un’occasione in più per agire anziché aspettare. Il dato finale preoccupante, che emerge dai dati resi noti dall’ISS (Istituto Superiore di Sanità), mette in evidenza come solo il 25% dei malati cronici, quindi anche diabetici, si vaccina regolarmente ogni anno. Un dato che si illustra da sé.