Ieri ho vissuto l’ennesimo evento ipoglicemico: glicemia 45 mg/dl al risveglio; mentre il giorno precedente la situazione era opposta, ovvero una “lieve” iperglicemia provocata dall’impiego di un farmaco a base di cortisone. La didascalica cronaca di un episodio ricorrente nella vita di tutti giorni con il diabete: tutto questo non è per l’appunto una novità (almeno per me), bensì un fatto con cui dover fare i conti. L’elemento che volevo ancora un volta rappresentare è il contributo del cortisone nel far alterare la glicemia del diabetico, anche se con un impiego del principio attivo solo in un’occasione. L’avvalersi di questo prodotto deve essere fatto con prudenza con il diabete poiché l’effetto sull’alterazione o scompenso della glicemia è pressoché immediato, e non solo ma la reazione può andare ad estendersi in altre parti del nostro organismo (vedi ad esempio gli effetti sul metabolismo del calcio, ovvero la decalcificazione ossea). Con il cortisone ho fatto i conti fin da piccolo: avevo otto anni di età quando, nel corso di un lungo ricovero in ospedale, mi trattarono con tre iniezioni intramuscolari (dolorosissime) al dì per un ingrossamento delle ghiandole linfatiche del collo; l’effetto della terapia fu l’indebolimento e la perdita dei denti (che per fortuna erano da latte) solo per fare un esempio. L’occasione di questo episodio rende opportuno l’inserimento di un appunto da mettere in memoria per altre volte.
4 pensiero su “Lungo, corto? No, cortisone.”
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Ho un paziente di 20 anni che, lavorando a contatto con il palissandro, ha sviluppato una grave dermatite curata per un mese con cortisonici.A breve distanza di tempo e’ comparso un diabete insulino -dipendente.La domanda e’:potrebbe esserci stato un rapporto diretto fra tossicita’ del legno e il diabete stesso o la cosa e’ solo da imputare all’impiego del solo cortisone?fino a quando,in un soggetto così giovane, si puo’ prevedere un’eventuale reversibilita’ del diabete?
ringraziando anticipatamente Livio Clombo
Premetto che non sono un medico, ma nell’ambito delle mia personale esperienza con il diabete ed i miei colleghi diabetici (di tipo 1) mi viene da pensare che non il palissandro ma il contatto con sostanze chimiche legate alla lavorazione del legno ed l’impiego del cortisone con una persona in presenza di markers della distruzione autoimmune, in particolare autoanticorpi e/o anti-insulina e anti-decarbossilasi dell’acido glutammico (GAD), possa aver fatto insorgere il diabete. Tutto questo dando per scontato che il diabete in questione sia di tipo 1. Per avere conferma di queste ipotesi occorrerebbe effettuare dei semplici esami di laboratorio oltre a contattare una struttura diabetologica specialistica per il continuo del percorso. Sulla reversibilità del diabete purtroppo ad oggi non c’è nulla all’orizzonte. Un saluto e buona fortuna Roberto
non sono medico nemmeno io, però sono diabetico tipo I dalla nascita e il cortisone è un farmaco – come scritto nel post – altamente iperglicemizzante: mio padre era diabetico tipo II, prendeva una compressa di metformina al giorno…poi l’anno scorso si è dovuto sottoporre ad un trapianto di cuore, con conseguente assunzione di farmaci a base di cortisone: da allora è diventato insulino-dipendente (pur essendo un db tipo II) e la quantità di insulina che si inietta varia notevolmente a seconda delle dosi di cortisone che deve assumere giornalmente…nel caso specifico, non sono sicuro al 100% che si possa tornare indietro, anche se non mi sentirei di escluderlo a priori.
ciao
Un eccessivo uso di cortisone nell’infanzia (molti pediatri ne abusano) può accelerare o addirittura causare la comparsa del diabete giovanile in alcuni soggetti? Sono stati fatti studi in proposito?