L’argomento non è nuovo per me e questo blog, ma ripeterlo articolando meglio i concetti è necessario, utile nel quotidiano con il diabete: ogni istante vissuto è importante e tutti coloro che affrontano una esistenza scandita dai controlli regolari della glicemia sanno bene come una variazione del tasso degli zuccheri nel sangue verso il basso o l’alto cambia lo scorrere del tempo, e fino a quando la situazione resta governabile e gestiibile va bene, poi comunque occorre saper cosa fare per mettere una pezza a circostanze che lasciate andare diventano difficili.

L’arrivo del fatidico: che fare? Lo si trova subito di fronte a una glicemia valore 490 mg/dl; occorre fare azioni concrete per poter tornare alla normalità. Il primo comportamento da assumere, fondamentale in qualsiasi caso, è di mantenere calma e sangue freddo, non farsi prendere dall’ansia, agitazione e panico. La confusione non aiuta né il diabetico, né chi lo assiste. La calma sostiene la possbile presa in carico al meglio dei problemi e difficoltà e di analizzare informazioni e problemi presenti. Ancor di più è forte la necessità di essere pragmatici e operativi in presenza di un evento ipoglicemico.

Le considerazioni fatte poc’anzi investono la sfera riguardante la reazione psicologica degli individui: ognuno di noi ha un approccio suo in condizioni di stress e pressione, al cospetto di un trauma l’istinto di per sé è difficile da domare; la mia esperienza da malato, infortunato fresco di malessere o incidente porta a chiedere calma e non confusione attorno; spesso ho dovuto io, preso dal dolore presente durante la fase centrale di una chetoacidosi reattiva, con vomito e simili, tranquilizzare chi mi stava accanto e non viceversa. Le altre volte in cui io stesso ho prestato soccorso, invece, mantenendo calma, freddezza e autocontrollo, sono riuscito a rendere le procedure di pronto intervento scorrevoli e rapide. Teniamone conto.