Ottobre ripete la ricorrenza di un argomento presente in questo periodo dell’anno: fare il vaccino antinfluenzale. Io appartengo al partito dei sostenitori dell’utilità del vaccino in questione per prevenire l’insorgere di infezioni e simili che con il diabete possono essere un aggravante per lo stato di salute.
Frequentando i forum salutistici e i social network ci si imbatte nelle richieste di consigli sul che fare col vaccino: il circolo degli incerti e insicuri è sempre onnipresente tra noi. Il fatto da ribadire è come la vaccinazione sia facoltativa e caldamente consigliata per svariate fasce di popolazione, tra cui i cittadini affetti da patologie croniche.
Ma per essere una volta per tutte chiaro su tale tema cito parte della direttiva emanata dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità): Il diabete rappresenta una indicazione per la vaccinazione antinfluenzale, sia per gli adulti, sia per i pazienti pediatrici. I disturbi virali e batterici sono associati infatti a una maggiore mortalità nei pazienti con diabete: l’influenza e le sue complicazioni possono causare una perdita del controllo metabolico inducendo un aumento delle proteine seriche glicosilate; la chetoacidosi può portare a un aumento del numero di ricoveri, del tasso di mortalità e di complicazioni protratte. La maggior parte dei pazienti diabetici che riceve una sufficiente immunità cellulare e umorale risulta protetta dalle infezioni. Più del 70% dei pazienti con diabete di tipo I (insulino-dipendente) produce una risposta soddisfacente alla vaccinazione antinfluenzale; nei pazienti con diabete di tipo II (non insulino-dipendente) la risposta anticorpale è simile ai pazienti sani.
Più chiaro di così.