Gli ultimi scampoli di un anno che sta per finire sono l’occasione per tirare le somme e trarre alcune considerazioni di questo arco temporale della mia vita e negli accadimenti più generali. Il 2010 ha visto il mio diabete andare bene, è stato per me in tutti i sensi il miglior momento di vita diabetica di sempre. L’introduzione del microinfusore ha segnato nel mio caso il punto di svolta in positivo così da vivere la condizione diabetica con maggiore serenità e flessibilità. L’impiego del microinfusore combinato con l’Holter glicemico ad arresto d’infusione in caso d’ipoglicemia ha rappresentato un forte strumento per capire le dinamiche giornaliere della patologie e quindi regolare meglio la gestione dell’insulina, oltre a vivere le trasferte per lavoro o tempo libero con “un sorvegliante speciale di supporto”.

L’aspetto problematico della tecnologia sopra menzionata è che si tratta della prima serie messa in applicazione pratica, quindi sconta ancora una certa imprecisione a volte nei dati sulle glicemie così da richiedere un confronto con il glucometro, inoltre il trasmettitore a volte ha difficoltà a far trovare il segnale al micro, oppure può soffrire di interferenze con altre apparecchiature radio, wi-fi. Ma la strada al nuovo è aperta e, come la storia insegna, le tecnologie sono destinate a migliorare in continuazione quindi i prossimi modelli saranno ancor sempre più migliori e utili al diabetico.

Uscendo dalla sfera personale ed entrando in quella universale l’anno che sta per chiudersi ha visto per noi diabetici tanti passi importanti nella ricerca di vie terapeutiche tese a migliorarci la vita, a cercare la chiave di volta nella remissione completa della patologia. A mio avviso i passaggi più importanti segnati nel corso del 2010 riguardano l’evoluzione delle biotecnologie applicate al diabete. L’arrivo del sistema integrato del Medtronic con microinfusore più sensore glicemico ad arresto infusione in caso d’ipoglicemia e la prima fase di sperimentazione del pancreas artificiale portatile sui pazienti diabetici, rappresentano due fatti concreti. Il pancreas artificiale non è nuovo a dire la verità, il primo modello poco più grande di un ecografo era già presente trent’anni fa e veniva impiegato allora per i diabetici che erano sottoposti ad interventi chirurgici così da tenere monitorata la glicemia durante l’intervento. Il pancreas artificiale in corso di sperimentazione non solo è portatile ma impiantabile sotto cute, e secondo i ricercatori, tra cui anche degli italiani, si conta di vedere la sua applicazione finale entro cinque anni massimo di tempo. Inoltre il 2011 vedrà l’ingresso di sistemi integrati simili a quello che sto usando, ancor più stabili e mini invasivi.

Non resta che attendere con pazienza, informarci per saperne sempre più così da prendere coscienza delle possibilità in funzione della nostra condizione e poi cogliere la migliore, perché quello che conta è sempre il risultato: stare bene.