L’inizio di un nuovo anno, quando vai a leggere bene le notizie, scopri che ha ben poco di nuovo anzi molto di vecchio. L’attacco anche del 2011 comincia con la solita sequela di aumenti tariffari di ogni ordine e grado, e nuovi prelievi fiscali mascherati. L’anno che va a cominciare, e quelli che seguiranno, vedranno una sempre maggiore riduzione e dei servizi sociali e sanitari erogati dalle strutture pubbliche per far fronte al recupero dell’enorme debito pubblico. Ormai sia nelle aziende pubbliche che private sotto attive forme di assistenza sanitaria integrativa.
Al di là del colore politico e della bandiera che sventola sul pennone del palazzo del Governo appare evidente come nel corso di quest’anno verranno reintrodotti i cosiddetti ticket per le prestazioni sanitarie e i farmaci (compresi quelli salva vita), già in alcune regioni italiane con problemi di bilancio nella sanità ciò è già accaduto (Puglia).
Allora quale scenario si profila per il diabete e i suoi derivati? La grande massa di persone assistite porrà in evidenza la necessità di fare delle scelte selettive, e in primo luogo già alcune ricadute pratiche si stanno vedendo, come il forte allungamento dei tempi d’attesa tra una visita diabetologica e l’altra. Ancora un altro aspetto problematico dell’assistenza sanitaria riguarderà il forte calo del personale medico per i pensionamenti, senza rimpiazzo in massima parte, da adesso fin nei prossimi quindici anni. La carenza d’assistenza sarà un problema sempre più marcato sia a livello di base che specialistico.
La lettura di queste informazioni fa capire perché sarà sempre più preponderante il ruolo della telemedicina e assistenza virtuale nel campo diabetico. Già in alcune regioni si sta sperimentando il protocollo medico e penso vi sarà un’accelerata nel corso dei prossimi due tre anni nella diffusione della pratica.
Il passaggio dallo stato sociale a quello asociale, o comunque a ridotta capacità espressiva, è un crescendo consolidato e su cui dover far i conti pesantemente, in particolar modo per le famiglie e chi no ha veramente da sostenersi.