Il lato oscuro del diabete mi colpisce laddove ha già colpito: sempre lì. Il punto interessato, anzi il percorso interessato è l’intero tratto gastrointestinale. I tanti anni trascorsi in compagnia del diabete hanno inciso pesantemente su questa parte del mio organismo e la mazzata finale è giunta l’ha poi portata per ultimo l’ingresso dell’artrite reumatoide e la malattia di Crohn.

Anni di chetoacidosi, l’impiego dei farmaci antinfiammatori (FANS) per contrastare i dolori provocati dall’artrite reumatoide hanno determinato la comparsa del reflusso esofageo, dell’ernia iatale e della gastrite antrale, a cui si occorre aggiungere i problemi predetti lungo l’intero tratto intestinale. L’aspetto sintomatico e problematico di questo insieme di manifestazioni è rappresentato da forti dolori nell’area diafframatica e acidità reflussiva, nonché dolenza lungo il tratto trasverso del Colon. I sintomi si presentano sia se mi alimento con piatti ricchi di grassi che in presenza di alterazioni della glicemia: con iperglicemia o ipoglicemia, ma anche in condizioni di tensione e stress.

La pancia, per usare un termine simpatico, non mi da tregua e così diventa sempre più evidente come l’appuntamento con il cibo rappresenta un momento difficile da affrontare, anzi confesso che ogni tanto salto qualche pasto sia perché il dolore è tanto, sia per paura di farlo risorgere.

La situazione con il microinfusore ha portato a qualche leggero miglioramento, anche se il problema di fondo resta inalterato. Al di là di pareri degli esperti e diagnostica di vario genere ho capito che il male me lo tengo e quando va bene posso alleviarlo un poco senza tante pretese.
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