L’impiego del sensore glicemico integrato con il microinfusore fa capire la tendenza in atto della curva glicemica così potersi orientare circa gli accorgimenti e soluzioni da adottare per governare al meglio il diabete. Nei giorni scorsi la media glicemica si è mantenuta su 159 mg/dl, quindi un dato apparentemente buono, ma i valori vanno sempre sgranati sui giorni per comprenderne il loro ciclo e l’aspetto subdolo che a volte rappresentano. Un episodio concreto l’ho vissuto nel cuore della notte di mercoledì 23 marzo: vado a dormire con 183 di glicemia alle ore 23.30, quando alle 3 comincia a suonare l’allarme del sensore per un’ipoglicemia in corso. Mi sveglio in un bagno di sudore e il valore glicemico contrassegnato è pari a 32 mg/dl, così intontito dal sonno e calo pericoloso degli zuccheri assumo alla cieca quattro barrette e una stecca di cioccolato poi torno a dormire, con il microinfusore in sospensione. Dopo un’ora l’apparecchio riavvia l’infusione d’insulina basale in automatico, ma in quel caso occorrerebbe l’intervento umano per correggere le quantità di unità rilasciata tali da impedire un inevitabile sbalzo iperglicemico; invece l’azione da parte mia non avviene così alle 6 del mattino mi sveglio. La glicemia è schizzata a 600 mg/dl e le mie condizioni fisiche sono pietose: giramento di capo e mal di testa, stomaco assieme a forti dolori alle articolazioni.

La cosa urgente da fare è iniettare 10 unità d’insulina con la penna e contestualmente elevo la basale del microinfusore per cinque ore a un’unità all’ora. La curva glicemica nell’arco di quattro ore rientra in livelli accettabili, ma l’allarme non è ancora cessato perché il sensore segnala verso mezzogiorno un nuovo rialzo e così interagisco riproponendo un aumento temporaneo della basale e incrementando di una unità pari a 5 il bolo per il pranzo. Fatte queste azioni nel pomeriggio riprendo il governo della situazione.

Ancora una volta da questa singola vicenda ho tratto la seguente lezione: seppure con il sensore glicemico addosso è necessario effettuare l’autocontrollo dal sangue capillare con il glucometro e ancor di più in condizioni di estrema criticità come in questa situazione da me vissuta.