Ci sono giorni che sono piacevoli da ricordare, altri meno: ognuno di noi ha la sua sensibilità rispetto ad eventi e accadimenti nella vita. Ieri è caduto il quarantasettesimo anniversario dalla scoperta ufficiale del mio diabete, una data del calendario a cui ormai resto indifferente in quanto da una lato la compagni della patologia è tale che la considero una componente della mia vita. Un bilancio di tanti anni col diabete mi fa dire: sono stato fortunato perché, nonostante la mia negligenza per molti anni nel seguire la terapia e il controllo della malattia, sono ancora qua a trattare l’argomento. Certo negli ultimi quindici anni ho ripreso il governo della situazione, lottando per l’obiettivo perché gli errori si pagano e l’organismo presenta il conto alla fine(vedi complicanze legate al diabete).
Il mio curriculum vitae con la malattia è in massima parte simile a molti altri diabetici, certo trovarselo sul groppone quando ero molto piccino forse è diverso che avercelo da grande, ma pure io ho avuto la fase di insofferenza e intolleranza verso il mio compagno di vita, in particolar modo a cominciare dall’adolescenza, proprio in relazione alla mancanza di fiducia, allora, verso chi mi aveva in gestione sanitaria. Poi un altro punto difficile nel sopportare la malattia era dovuto alla continua escalation di punture da fare: dal 1964 al 1970 una al dì, poi tra il 1971 e 1980 passarono a due e ancora tre, fino al 4, 5 di media al giorno negli anni a venire. Lo stesso crescendo accadeva con il controllo domestico della glicemia: negli anni sessanta facevo il monitoraggio tramite le urine per rilevare la presenza di zucchero, in un a provetta di vetro mettevo la mia pipì e poi una pasticca di solvente che reagiva e a seconda del colore indicava il tasso di zucchero presente. Negli anni 70 arrivarono le strisce reattive per il controllo della glicemia dal sangue e tra a cavallo della fine del decennio venivano a comparire i primi glucometri elettronici. Per sorridere: ricordo che il primo apparecchio, mi pare fosse della Bayer, dava il risultato dopo trenta minuti circa e per fortuna emetteva un fischio quando c’era il dato; la parte tragica era in occasione degli errori di lettura del valore glicemico e si doveva ripetere tutto sempre con mezz’ora d’attesa!
Ma il punto difficile e da esaurimento di tutti quegli anni col diabete era dato dal non riuscire a mantenere compensato il diabete, è da lì che lo scoraggiamento e frustrazione presero il sopravvento. Comunque il passato è alle spalle e nel presente posso autocelebrare il diabete oggi positivamente grazie al microinfusore e sensore glicemico integrato, grazie a questa strumentazione sono ben compensato e posso vivere la mia vita senza l’incubo di che fare davanti a ai valori della glicemia. Allora buon compleanno diabete!