La duttilità dello strumento microinfusore consente di gestire al meglio il rapporto tra somministrazione d’insulina e curva della glicemia, ovvero le sue variazioni oggettive. Il tutto viene oggi ancora meglio grazie all’integrazione con l’Holter glicemico. Alcuni esempi di ricaduta pratica nel vivere quotidiano: dall’analisi dei movimenti della glicemia ho capito che durante i pasti una volta che faccio il bolo relativo arresto per un’ora due al massimo a seconda dell’evoluzione il bolo basale, tale azione la intraprendo quando i valori sono mediamente tra 90 e 150 mg/dl; l’operazione mi consente di evitare un abbassamento pericoloso della glicemia.

Altra passo che effettuo a seconda di come va la glicemia è relativo all’impiego del bolo basale temporaneo, strumento del microinfusore che ho imparato intuitivamente a utilizzare in relazione all’evoluzione della glicemia durante gli intervalli tra i boli dei pasti e di notte. Perché faccio ciò? Semplicemente per non alterare o incasinare lo schema basale preordinato e al tempo stesso agire di conseguenza.

Ancora ci sono accorgimenti che con l’esperienza di questi mesi mi hanno fatto comprendere meglio alcuni passi della filosofia di fondo del microinfusore: come l’attenzione nel dosare l’insulina tenendo conto dell’impiego dei decimali d’unità, sì poiché esiste una differenza di fondo sostanziale tra la calibrazione dei dosaggi fatti con penna e quelli per pompa.

L’arrivo dell’estate mette in primo piano un altro fatto relativo al cambio del kit d’infusione: poiché a lungo andare l’insulina presente nel serbatoio tende a cristallizzarsi, è opportuno cambiare ogni due giorni il set, onde evitare il decadimento dell’efficacia del farmaco e non andare incontro a eventuali problemi.