Come va? Una domanda ricorrente nelle relazioni umane e tutti i giorni o quasi ci si sente porre oppure noi stessi facciamo ad altri. Come stiamo, un interrogativo che investe un poco tutti i campi della vita umana, e a seconda del nostro umore diciamo bene o male, ma spesso accade di dire comunque bene al nostro interlocutore per tante ragioni intime: la prima è che se stiamo male magari non gliene può fregare di meno, oppure non vogliate creare ansie o allarmismi alla persona cui teniamo, infine dire ancora una volta bene diventa il più delle volte un automatismo. Il star bene o male sono condizioni spesso soggettive, in modo particolare quando investono il nostro stato d’animo e la percezione, soglia del dolore, sia fisico che spirituale.
Allora come vado in questo mio tempo? Leggendo le cifre direi bene poiché la glicemia nei suoi valori medi settimanali è posizionata a 160 mg/dl, e sostanzialmente stabile rispetto alle altre settimane, senza episodi ipoglicemici o sbalzi iperglicemici di sorta, ma essendo un “incontentabile” debbo sempre avere in me fissa la formula del dubbio, la quale mi fa sempre stare coi piedi per terra in quanto le oscillazioni derivate dalla patologia diabetica sono sempre presenti così da mantenere costante il livello d’attenzione. Il passare degli anni con il diabete se da una lato ha allentato le estremità delle glicemia con tutti gli effetti collaterali, dall’altro lato della medaglia l’armonia corporeo-mentale si rende sempre necessaria per guadagnare tempo rispetto ad eventuali complicazioni lungo il cammino.