Ricordarsi di controllare la glicemia prima di mangiare, dei pasti principali, quindi in base al valore riscontrato fare l’iniezione d’insulina secondo uno schema di unità che può essere fisso o variabile; nell’ultimo caso lo si adatta in rapporto al quantitativo di carboidrati cui si compone il vitto. E per finire dopo cena ci aspetta l’iniezione dell’insulina basale, ovvero la prolungata per ventidue ore circa così da permettere una continuità di copertura dei fabbisogni dell’organismo tra gli intervalli della rapida fatta prima dei pasti, di una durata media attorno alle tre ore.

Ecco più o meno la sintesi dell’andamento quotidiano del diabetico insulinodipendente, ovvero tutti noi noi col tipo 1. E questa era la mia condizione prima che sopraggiungesse il passaggio al sistema integrato microinfusore più sensore glicemico: uno stato che, a fronte di un flusso della glicemia soggetto a imprevedibili oscillazioni, rendeva negli ultimi anni difficile riuscire a tenerlo sotto controllo.

Mentre i giorni passano torno al presente, e per la precisione alla settimana scorsa dove per la prima volta nella vita da diabetico raggiungo la perfezione del compenso glicemico: la media dei valori si è mantenuta all’interno di una banda d’oscillazione tra i 90 e 120 mg/dl! Un dato mai raggiunto e pensato, aggiungo: senza aver fatto sacrifici particolari sotto il profilo della dieta, semplicemente tenendo fisso a 4 unità il bolo del pasto e tuttalpiù incrementando di qualche decimale d’unità il bolo basale. Ritengo che aver aggiunto nel mio bouquet farmacologico un aiutino per lo stato d’umore non proprio ottimale, può aver aiutato in parte ad ottenere questo ottimo risultato.

L’insegnamento che traggo dal periodo lasciato alle spalle sta nel gestire le situazioni in modo semplice, senza giri elicoidali attorno a se stessi, e così scoprire come si può arrivare al traguardo in buone condizioni.