Non c’è giorno e mese dell’anno esente da prove o passaggi davanti a noi che dobbiamo sostenere nella vita lavorativa, nei rapporti con gli altri, in qualsiasi genere, tipo di relazione: è così e sarà sempre: l’unica dimensione mutante riguarda la percezione del tempo come variabile definita o indefinita a seconda dei momenti e dell’evoluzione della persona.  La settimana di interregno da il Natale e Capodanno mi ha fatto incontrare due elementi: uno vecchio e l’altro nuovo con cui confrontarmi ancora una volta per avere un diabete livellato e senza soprese davanti alle libagioni e sovraccarichi alimentari dei giorni di festa.

Il primo fattore si chiama bolo a onda quadra, ovvero programmare il rilascio dell’ insulina in un tempo più prolungato, e questa rappresenta una soluzione fantastica proprio per affrontare sia i tempi lunghi della carburazione metabolica degli abbondanti pasti che il lento processo digestivo, così da mantenere la glicemia su valori superlativi e buoni. La novità per me di queste feste è proprio data dall’impiego pieno della predetta funzione e con il sensore glicemico ho avuto la possibilità di tenere l’evoluzione della curva sotto monitoraggio continuo, evitando così cattive sorprese e sorridendo all’ottimo risultato ottenuto.

L’altro passaggio compiuto e molto tradizionale riguarda l’appuntamento con gli esami di routine di laboratorio da portare al prossima visita di controllo del diabete programmata per 12 gennaio, per intenderci l’emoglobina glicata, creatinina e gli altri parametri standard soliti; della serie gli esami continuano sempre e quando non ci sono c’è da preoccuparsi. Ma per me non c’è bisogno di ricordarlo lo scrivo ormai per abitudine.

E nell’attesa dei risultati di tappa nonché del passaggio all’anno nuovo con il mio telescopio artigianale osservo e scruto il cielo per carpire la presenza di diabetici o meno su altri pianeti così da poter estendere le conoscenze reciproche e magari sapere che, sul pianeta Ozzor, la malattia è stata debellata, sconfitta.

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