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Ebbene sì anche questa volta è andata, anzi no si ricomincia. Ma che cosa dico sono in folle, stallo non so neanche io come orientarmi tant’è vado è non vado con il baricentro corporale che sta ancorandosi alla sedia Insomma la questione sta nella domanda diretta e semplice: una goccia è più grande d’un mare? Ritengo di sì quando si afferma: una goccia fa traboccare il vaso e via in crescendo di volumi. Bene detta la banale verità ora torno sui soliti passi fatti di conteggi, addizioni, sottrazioni, moltiplicazioni, divisioni equazioni, paradigmi e ancor più altre funzioni matematiche, talmente tante da non stare in foglio elettronico.

Durante i giorni di festa mi esercito a formulare calcoli simulativi per poi fare quelli reali, tra deviazioni standard con i tortellini, tortelloni e altri tipi di pasta per captare le variazioni intrinseche al corpo glicemico, alle interazioni con i glicidi e accompagnati dai fattori ormonali i quali sono una variabile indipendente e andante a simpatia. Un recente studio prodotto dalla facoltà di sociologia dell’Università di Helsinki ha messo in evidenza come un Babbo Natale con la parrucca bionda piace di più nell’area mediterranea mentre il bianco avorio prende molto nelle zone alpine e a lingua tedesca. Sorprendentemente un Santa Klaus calvo sembra cogliere molto gradimento negli USA. Insomma ci sono impatti diversi per aree geografiche circa l’aspetto del simbolo per eccellenza del Natale. Mentre il paffuto signore inventato dalla bibita gassata di Atlanta ha fatto mettere in secondo piano o addirittura dimenticato la nascita di Gesù, con la paradossale convinzione, in alcuni paesi del Sudamerica, che il Papa sia Babbo Natale, oggi ci si ritrova a fare un bilancio dell’ultima più importante festa dell’anno.

Il rendiconto riguarda il diabete non le considerazioni morali e materiali del momento. E voi come siete andati, la glicemia ha sfondato i parametri limite della banda d’oscillazione oppure siete riusciti ad arginare l’iperglicemia con annessi e connessi? Alla fine è poi ogni volta lo stesso tema che ci investe: teniamo il diabete e tratteniamo lo zucchero nel sangue a freno? Siccome non son qui a fare la conta di quanti peli hanno sul corpo gli italiani e manco li faccio per i miei (paura), sottolineo un semplice dato complessivo con cinquantanni di diabete ormai alle porte: solo due volte son riuscite a tenere la glicemia a stecchetto per Natale, e praticamente è accaduto quest’anno e il precedente, ovvero da quando porto il microinfusore.

Ieri la media valori della glicemia è stata di 160 mg/dl, dati seguiti in tempo reale grazie all’impiego del sensore glicemico integrato con il microinfusore e ad una calibrazione adeguata del bolo in rapporto ai carboidrati. Sia chiaro detta così sembra facile ma non lo è affatto poiché a mandare tutto per aria basta una reazione ormonale e inoltre le difficoltà dovute alla gastrite antrale con reflusso contribuiscono a rendere spesso più problematico e lento l’assorbimento dei nutrienti e carboidrati, facendo schizzare magari la glicemia in alto anche sei ore dopo il pasto.

Memore di quanto descritto mi sono cautelato programmando un bolo a onda doppia con 50% della dose infuso subito e il restante spalmato nelle sei ore successive, e la scelta alla fine mi ha dato ragione.

Per finire il post anche la media della settimana precedente ha ottenuto un ottimo risultato riuscendo a mantenere la glicemia nei confini della diabetica normalità, senza alcuna iper o ipo, e collocandosi a 145 mg/dl. Ed ora non resta che cominciare il conto alla rovescia verso il nuovo anno.

P.S.: L’unica nota stonata presentatasi tra il pomeriggio della vigilia e il giorno di Natale, si è proposta con un violento e doloroso attacco di gastrite e reflusso esofageo. Dopo le festività di fine anno sarà opportuno parlarne con il medico.