ambulatorioIeri ho fatto l’eco color doppler carotideo senza variazioni dal precedente controllo: rimane invariato un leggero ispessimento dell’arteria e nessuna presenza di placche. Il medico mi chiede, per rompere il ghiaccio, qual è il motivo della visita (peraltro scritto nella prescrizione firmata dal diabetologo = diabete tipo 1, ipertensione arteriosa e via andare); ed io per stare al dialogo gli confermo quanto dovrebbe sapere circa la condizione diabetica. La breve ma completa dissertazione prosegue ed il dottore mi fa sapere che sua madre è anch’essa affetta da diabete di tipo dall’età di 45 anni causa problemi alla tiroide (?) e successivamente la stessa malattia l’ha presa suo fratello a 17 anni, mentre lui, il medico, è al momento “sano”. La chiacchierata, seppur breve, si è rivelata interessante poiché lo specialista, spogliato del ruolo e rimesso l’abito di uomo comune, ha ammesso due certezze presenti circa l’accettazione del convivenza con la malattia diabetica legati alla sua esperienza familiare:  più tardi compare la patologia è più difficile diventa saperla gestire e conviverci; all’incontrario, prima appare e la sua decantazione si assimila prima, almeno nel maggioranza dei casi. A mio avviso i percorsi di supporto psicologico ed educativo dovrebbero personalizzarsi in ragione dell’età di insorgenza del diabete.