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Gli esami non finiscono mai, anzi continuano sempre: l’unica differenza ci può essere quando i tempi fra un accertamento e l’altro si fanno più lunghi o ravvicinati.

Nel mio caso, quest’anno, per la prima volta la distanza di esecuzione degli esami del sangue si è allungata: c’è stata una fase della mia vita in cui ogni giorno venivo esaminato, poi sono passato ad una volta a settimana, quindi una volta al mese, poi a bimestre. Negli ultimi anni la cadenza è diventata trimestrale prima e poi quadrimestrale. E sto parlando degli esami di laboratorio richiesti per il diabete (per l’artrite reumatoide la faccenda è più complicata ed i tempi restano ancora stretti).

In pratica nell’anno in corso la cadenza degli esami si sta suddividendo su una volta a semestre, record storico nella mia vita di diabetico con 45 anni d’anzianità accumulati assieme alla patologia; nello specifico è la prima volta che l’emoglobina glicata (HbA1c) la faccio due volte nell’arco di dodici mesi.  Anche questo è un modo per ricordare i progressi (in positivo) che si possono fare col diabete, auto controllando la malattia e senza troppe rinunce, o addirittura nessuna.

L’unica cosa da fare per raggiungere l’obiettivo è impegnarsi, concentrarsi sul metodo e organizzarsi per arrivare al traguardo: è solo questione di tempo.